Nathan Never: un grande fumetto fantascientifico

Breve storia di come Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna crearono la prima testata ambientata nel futuro edita da Sergio Bonelli Editore, portandola al successo e costringendoci ad ammettere che anche in Italia si può scrivere ottima fantascienza.

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a cura di Marco Violi

Anche se alcuni lo credono, in Italia il fumetto non è affatto "per pochi", non costituisce un mercato di nicchia; ma fa girare cifre superiori ai duecento milioni di euro annui , oltre il 15% del fatturato totale dell'editoria.

Il nostro Paese ospita inoltre il quarto mercato di comics più grande del mondo dopo Giappone, Stati Uniti e Francia. Per di più i nostri fumetti permettono a molti talenti di emergere e farsi notare anche all'estero, basti pensare che sempre più disegnatori dei due colossi americani Marvel e DC vengono proprio dal Belpaese, tra cui Gabriele Dell'Otto, Stefano Caselli e, fino al suo ritiro, anche Claudio Castellini.

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L'Italia è dunque un mercato importante per il fumetto, per quantità e per qualità. Merito anche di case editrici che negli anni hanno sempre saputo proporre storie e personaggi notevoli. C'è però un nome che più di tutti salta in mente quando in Italia si parla di fumetti: Bonelli
. Che si tratti di Giovanni, Tea, Sergio o Davide, da noi è impossibile dividere i comics da questo cognome.

L'origine della Sergio Bonelli Editore si può rintracciare negli anni 30. Giovanni Luigi Bonelli, padre del Sergio che dà il nome all'azienda, di dedica ai fumetti dal 1936; un'attività che lo porta a collaborare con la rivista "L'Audace", una collaborazione che "pose le basi per la nascita della Casa editrice che, circa dieci anni dopo, portò nelle edicole il fenomeno Tex" - come si può leggere sul sito ufficiale. Tex è infatti del 1948 e l'anno prossimo ne festeggeremo dunque i  70 anni.

Affettuosamente chiamata anche "La Fabbrica dei Sogni" questa editrice è nota al pubblico per gli albi in formato bonellide (un brossurato di 16x21cm). Ma nella sua storia e nel suo presente ce ne sono stati anche altri; basti pensare agli albi giganti, agli speciali, o al fatto che Tex inizialmente usciva nel classico formato a "strisce". Altro elemento tipico di Bonelli è il bianco e nero, e anche questa è una consuetudine che di tanto in tanto viene spezzata da un albo a colori.

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Sergio Gardo

Quando si parla di Bonelli va tenuto presente che la parola "avventura" è essenziale, perché non definisce soltanto le storie dei personaggi, ma anche il modus operandi della casa editrice. Basti pensare a tutte le nuove collane lanciate con coraggio e intuito da Sergio Bonelli durante il suo periodo da direttore della casa editrice. Coraggio che d'altra parte non è venuto a mancare nemmeno dopo la sua scomparsa nel 2011, pur considerando gli inevitabili cambiamenti strategici con la nuova guida dell'azienda.

Tra i prodotti Bonelli più famosi abbiamo il già menzionato Tex, che dopo più di 70 anni è ancora uno dei fumetti più venduti in Italia. Nel 1982 poi fa il suo debutto Martin Mystère, considerato il primo degli "eroi moderni" della Bonelli. Il 1986 è poi l'anno di Dylan Dog, che col tempo diventerà un vero e proprio fenomeno di costume. Nel 1991 fu invece il turno di un altro degli eroi moderni, il cui numero d'esordio, intitolato "Agente Speciale Alfa", vendette più di trecentomila copie; arriva Nathan Never , l'ospite speciale di Retrocult per questa settimana.