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a cura di Dario D'Elia

Dopo la controversa riforma del copyright ecco arrivare anche l'obbligo per realtà come Netflix di inserire nel suo catalogo almeno un 30% di produzioni europee.

Il Parlamento UE, in accordo con i Ministri UE, ha dato il via libera definitivo al testo per i media audio-visivi e le piattaforme video con 452 voti a favore, 132 contrari e 65 astensioni.

A questo punto manca solo il passaggio formale - secondo i più abbastanza scontato - in sede di Consiglio dei ministri dell'UE. Dopodiché la legge entrerà in vigore e gli Stati membri avranno 21 mesi per recepire le nuove norme nella legislazione nazionale.

parlamento UE

Com'è risaputo le novità investiranno ogni settore: dal web alla televisione, quindi anche le piattaforme di video on demand come ad esempio Netflix, Amazon Video, Google Play, iTunes e quelle di condivisione come YouTube o Facebook, nonché allo streaming in diretta.

"I media audiovisivi dovranno predisporre misure adeguate a combattere i contenuti che incitano alla violenza, all'odio e al terrorismo, mentre la violenza gratuita e la pornografia saranno soggette a limiti ancora più severi", sottolinea la nota ufficiale.

Confermato anche l'obbligo per le piattaforme online di "creare un meccanismo trasparente e facile da usare per consentire agli utenti di segnalare i contenuti" ma non quello di impiegare filtri. Difficile però immaginare come avrà a finire in realtà. Ad ogni modo "i siti di condivisione video dovranno garantire una risposta rapida a tali segnalazioni da parte degli utenti".

Sul fronte pubblicitario e del product placement nei programmi televisivi per bambini e nei contenuti disponibili sulle piattaforme di video on demand, la negoziazione a Bruxelles ha stabilito che vengano protetti i dati personali dei minori. Quindi non potranno essere raccolti per uso commerciale, per la profilazione o la pubblicità mirata.

Inoltre per la TV sarà previsto un tetto massimo del 20% durante le trasmissioni giornaliere tra le 6.00 e le 18.00. È stata inoltre prevista una finestra di prime time tra le 18:00 e le 0:00, con un nuovo limite del 20% del tempo di trasmissione. Insomma, rischia di terminare l'era degli spot no-stop notturni.

"Al fine di sostenere la diversità culturale del settore audiovisivo europeo, i deputati hanno approvato una norma che prevede che il 30% dei contenuti dei cataloghi delle piattaforme di video on demand dovrà essere europeo", prosegue la nota. Le piattaforme dovranno inoltre contribuire allo sviluppo delle produzioni audiovisive europee, investendo direttamente nei contenuti o contribuendo ai fondi nazionali.