Netflix fa rispettare i blocchi regionali, no Proxy e VPN

Netflix d'ora in poi sarà in grado di bloccare l'azione dei Proxy e VPN che consentivano di vedere i cataloghi dei paesi dove non si è residenti.

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a cura di Dario D'Elia

Netflix ha annunciato al mondo che d'ora in poi tutti i suoi clienti saranno costretti a rispettare le limitazioni territoriali di distribuzione applicate ai suoi contenuti. In pratica grazie a una serie di tecnologie nelle prossime settimane non sarà più consentito l'impiego di servizi proxy o VPN per accedere ai cataloghi Netflix non previsti per il proprio paese. Ogni singolo abbonato potrà vedere esclusivamente i contenuti disponibili dove è residente. Per altro come c'è sempre stato scritto sul contratto d'uso.

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Il carico di Netflix

Proprio pochi giorni fa è balzato agli onori della cronaca un servizio chiamato Smartflix che prometteva di abbattare ogni barriera territoriale, ma nel nostro test non siamo riusciti a farlo funzionare. Probabilmente Netflix era già intervenuta con il suo nuovo sistema.

Il colosso statunitense – sbarcato in Italia a ottobre – di fatto si è allineato alla concorrenza. È probabile che abbia subito qualche pressione da parte delle major cinematografiche e i produttori. Vedere in anteprima una serie o un film ovviamente crea effetti collaterali sui mercati secondari.

Basta immaginare ad esempio il caso di House of Cards. Negli Stati Uniti viene offerto in streaming da Netflix USA, mentre in Italia le licenze sono in mano a Sky. Un appassionato fino a ieri poteva aggirare come preferiva ogni recinto, che fondamentalmente nasce per questioni economiche. Io (Sky) pago te (Netflix) per avere la possibilità di mostrare in esclusiva ai miei clienti un contenuto specifico.

Non resta che attendere in Europa la nascita di un mercato unico digitale, previsto per il 2017. In modo che pochi km non possano condizionare la fruizione di film e telefilm. La stessa Netflix spera in futuro di poter fare lo stesso eliminando ogni costrizione regionale. Malgrado sia presente in 190 paesi i suoi "foreign watchers" sono circa 30 milioni, il 60% presumibilmente cinesi.