Netflix sbarcherà in Italia a Natale a un prezzo di 7,99 euro al mese. L'indiscrezione è stata intercettata dal quotidiano La Repubblica, ma ormai la notizia era nell'aria. Poche settimane fa è stato lo stesso Variety ad anticipare lo sbarco italiano dopo l'estate. Telecom Italia sarà il partner tecnico di riferimento per il colosso statunitense, ma l'accesso ai servizi sarà possibile con ogni tipo di provider. In pratica non sarà obbligatorio essere clienti Telecom.
Qual è lo scenario reale che si prospetta? Senza ombra di dubbio il prezzo di ingresso, magari con promozione iniziale super low-cost, sarà più competitivo rispetto ai concorrenti Sky Online e Mediaset Infinity. Ma non bisogna farsi false illusioni sul catalogo di titoli: scordiamoci gli 8.500 film della filiale statunitense. In Gran Bretagna – dove non c'è bisogno neanche dei doppiaggi – offre poco più di 3mila contenuti, mentre nel resto d'Europa viaggia tra 1.600 e poco più di 2.000. Praticamente Sky e Mediaset fanno nettamente meglio, con la seconda a quota 5mila.
Netflix potrà sorprendere magari con qualche anteprima, ma anche sulle serie TV di successo dovrà rispettare gli accordi licenziatari stipulati dai concorrenti. Ad esempio House of Cards – che è una produzione di Netflix stessa – è in mano a Sky almeno fino alla fine dell'anno.
"Negli Usa Netflix consuma più di un terzo del traffico intenet in download nelle ore di picco, e fa registrare il più alto volume tra tutti i servizi video a banda larga. I suoi più diretti concorrenti, I-Tunes e Amazon, sono molto lontani, con quote rispettivamente di 2,8 e 2,6%, mentre YouTube consuma il 14% della banda disponibile", ha confermato Augusto Preta, direttore di It Media Consulting.
Come a dire: attenzione provider italiani che se Netflix sarà un successo avremo problemi la sera dopo cena. Dolori anche per le pay-tv, come è successo in tutto il mondo. Non è un caso infatti che Sky e Mediaset si stiano muovendo per rafforzare l'offerta di contenuti online.
"Il mercato del video on demand cresce più del previsto, nel 2015 arriverà in Europa a 2,1 miliardi di euro e manterrà una crescita annua del 20% fino al 2018. E la componente che cresce e crescerà di più è proprio quella su abbonamento, l'offerta tipo Netflix. Sul 2014 abbiamo censito ben 1.249 servizi attivi", ha aggiunto Preta.
Al solito è il capitolo costi che condiziona le scelte. Un canale via digitale terrestre ha un costo di gestione sopra il milione di euro l'anno, uno via satellite sui 500 mila euro, uno online molto al di sotto.
Il timore però è che il mercato si polarizzi troppo con le Pay TV bulimiche sul fronte delle esclusive e le piattaforme online relegate a presidiare la fascia bassa. L'AGCOM vigilerà su tutti i fronti, anche sul rispetto delle quote di produzione nazionale.
Intanto nel quartier generale di Netflix il doppiaggio dei film procede senza soste. Agli italiani non parlate di sottotitoli o lingua originale.