Neutralità della Rete pugnalata anche da Telefonica

Telefonica ha deciso di esporsi: basta con la neutralità della Rete. Content provider e colossi come YouTube o Google dovrebbero essere tassati per il traffico che generano. Anche gli utenti dovrebbero essere differenziati in relazione ai consumi.

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a cura di Dario D'Elia

Telefonica, uno dei più importanti operatori TLC del mondo nonché azionista di Telecom Italia, vuole discriminare i consumi degli utenti. La cosiddetta neutralità della Rete è sempre di più una chimera: ormai quasi tutti gli operatori del settore la vedono come un pericolo.

Telefonica, simpaticamente al passo con i tempi

"L'attuale modello di business potrebbe presto raggiungere un punto di rottura, in cui le spese superano le entrate, e nessuno vuole arrivare a questo punto", ha spiegato Julio Linares, AD di Telefonica. "[…] non c'è spazio infinito per i provider Internet né le reti dispongono di capacità infinita".

Al centro del dibattito almeno due questioni. Da una parte la banda passante sottratta dai servizi avanzati forniti da Google, YouTube e altri content provider. Dall'altra il fatto che il 5% dell'utenza residenziale è responsabile di circa il 75% del traffico.

La soluzione che propone Telefonica è di tassare quindi le società Web e segmentare ulteriormente le tariffe dei consumatori. Insomma l'obiettivo è battere cassa in ogni direzione per "salvaguardare" le prestazioni della Rete.

Google non è disposta a pagare alcunché ma riconosce l'esistenza dei problemi sollevati da Telefonica. Il 9 agosto scorso infatti ha pubblicato con l'operatore Verizon una proposta di regolamentazione del Web (Verizon-Google Legislative Framework Proposal) che "ridimensiona" il concetto di neutralità.

In pratica i due colossi statunitensi concordano sull'esigenza di fornire ai consumatori prestazioni adeguate, protezione e qualità dei servizi – anche affidandosi a sistemi di gestione avanzata dei network che possono favorire alcuni tipi di traffico rispetto ad altri. È evidente ad esempio che un giocatore multiplayer richiederà magari una bassa latenza, un fruitore di video adeguata banda in continuità, un net-surfer banda minima garantita, etc.

L'ente di controllo statunitense (FCC) ovviamente sarebbe chiamato a vigilare sul comportamento degli operatori, e sanzionare pesantemente in caso di bisogno.

Il dibattito online è quanto mai interessante. In Italia parlare di neutralità della Rete però è piuttosto complicato e lontano dalla realtà. Non sappiamo cosa sia un mercato competitivo, l'Antitrust e tutti gli enti di controllo non hanno potere sanzionatorio, il conflitto di interessi dilaga, la politica non è interessata all'argomento, Internet è valutato solo come un costo e non un beneficio, etc.