Neutrini ancora più veloci della luce, non è merito del tunnel

I neutrini continuano a correre più veloce della luce. Un secondo test dopo quello dello scorso settembre, condotto dal Laboratorio Nazionale del Gran Sasso e dal CERN di Ginevra, ha confermato i risultati precedenti.

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a cura di Manolo De Agostini

I neutrini continuano a correre più veloce della luce. Un secondo test dopo quello dello scorso settembre, condotto dal Laboratorio Nazionale del Gran Sasso e dal CERN di Ginevra, ha confermato i risultati precedenti.

In pratica i neutrini arrivano a destinazione 60 nanosecondi prima del previsto, e per ora non c'è una spiegazione, anche se tutti i dubbi devono essere fugati (Neutrini oltre i limiti, eccesso di velocità da provare - Neutrini e velocità della luce, hanno trovato l'errore?). La velocità della luce è uno dei capisaldi di molte teorie moderne e secondo il direttore della ricerca del CERN Sergio Bertolucci "questo potrebbe cambiare il nostro punto di vista sulla fisica".

La nuova prova è stata eseguita in modo da escludere solamente parte dei potenziali errori sistematici che potevano influenzare la misura originaria. "Una misura tanto delicata e con una così profonda implicazione sulla fisica richiede un livello straordinario di controllo", ha dichiarato Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Solo lui potrebbe venirne a capo

"L'esperimento Opera, grazie a un fascio specificatamente adattato dal CERN, ha portato a termine un importante test di coerenza del proprio risultato. L'esito positivo ci rende più fiduciosi su quanto ottenuto, anche se la parola finale potrà essere solamente scritta da misurazioni analoghe realizzate in altre parti del mondo".

"È stato eliminato uno dei possibili errori sistematici, ma la ricerca non può dirsi conclusa. Ci sono più punti in discussione, e uno di questi potrebbe essere la sincronizzazione del riferimento temporale al CERN e Gran Sasso in modo indipendente dal GPS, usando possibilmente la fibra", ha dichiarato Jacques Martino, Direttore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del CNRS francese (Centro Nazionale Ricerca Scientifica).

I risultati dell'esperimento sono stati pubblicati in modo che la comunità scientifica possa valutarne la correttezza e sollevare ipotesi utili a confermare o confutare la veridicità di quanto ottenuto. Rispetto al primo esperimento gli oltre 730 chilometri che separano le due località (non c'è un tunnel) sono stati compiuti da fasci di neutrini muonici con una migliore definizione del tempo di estrazione dei protoni.

Nel precedente test i neutrini erano stati spediti in pacchetti di grandi dimensioni (fasci di 10.500 nanosecondi, intervallati da 50 milioni di nanosecondi), mentre stavolta sono stati inviati pacchetti più piccoli, da 3 nanosecondi, ognuno a 524 nanosecondi dall'altro. In questo modo i ricercatori hanno potuto prendere misure più accurate. 

In totale sono stati rilevati 20 eventi, con la certezza assoluta che si trattasse dello stesso fascio partito dal CERN. Nel corso dei prossimi mesi, e per tutto l'anno a venire, si realizzeranno ulteriori test, grazie anche a un nuovo rivelatore di muoni posto dietro l'assorbitore di adroni che consentirà di realizzare studi indipendenti.