Non abbiate paura dei robot, fidatevi di Google e Microsoft

Molti di noi hanno sentito dire che i robot ci ruberanno il lavoro, e sono nate preoccupazioni che sono presenti anche negli ambienti politici. Microsoft, Google e altri si sono quindi uniti per avviare un discorso pubblico sul tema e dissipare timori.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Facebook, Google, Amazon, Microsoft e IBM si sono unite in Partnership on AI, un inedito consorzio che avrà un duplice obiettivo: da una parte informare il pubblico riguardo l'Intelligenza Artificiale, e dall'altra assicurarsi che le grandi aziende impegnate in questa disciplina collaborino per svilupparne le best practices, con la consulenza di esperti esterni su temi come etica o filosofia.

Partnership on AI sarà diretta da Eric Horvitz (Microsoft Research) e Mustafa Suleyman (cofondatore DeepMind, Google). Il gruppo si espanderà accogliendo altre aziende, e tra i potenziali membri c'è anche Apple - che però non avrebbe ancora preso una decisione.

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"La ragione per cui noi tutti lavoriamo alla AI è che crediamo con passione nella sua possibilità di cambiare il nostro mondo", ha affermato Suleyman durante una conferenza stampa, "l'impatto positivo della AI dipenderà non solo dalla qualità dei nostri algoritmi, ma anche da quanto se ne discuterà pubblicamente ... per assicurarsi il maggior numero di persone possibile comprenda la AI e ne tragga beneficio".

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Immagine vitaliy_sokol / Depositphotos

In particolare il consorzio vorrebbe evitare che la AI alimenti un'ondata di panico globale, che non deve necessariamente rimandare all'idea di macchine che diventano fisicamente pericolose per l'uomo. Piuttosto, molti di noi sono sempre più preoccupati perché convinti che l'AI produrrà un drammatico calo del lavoro disponibile.

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Un discorso che secondo Horvitz ha creato "una camera d'eco per l'ansietà", ed è proprio questo che ha portato lui e altri a fondare Partnership on AI. L'altro punto su cui il gruppo vorrebbe avere voce in capitolo sono le possibili regole imposte dai governi a questa tecnologia. "Il miglior modo di procedere è con l'inclusione e un dialogo aperto", ha commentato in proposito il dirigente MS, specificando che il gruppo non è contrario alla partecipazione di organi governativi.  Tutte le società e gruppi di ricerca che si occupano di AI sono invitati a partecipare, e al momento ci sono già discussioni in corso con la citata Apple, ma anche con OpenAI di Elon Musk e altri.

Insomma l'idea è di far capire a tutti noi cosa sia l'AI, e soprattutto quali sono i suoi aspetti positivi e perché non dovremmo averne paura. E portare lo stesso messaggio anche ai governi del mondo, affinché le leggi non diventino legacci che fermino l'innovazione.

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Da una collaborazione con i governi all'autoregolamentazione però il passo è breve, e non è del tutto chiaro su quale territorio voglia muoversi Partnership on AI. Non è una questione peregrina, l'autoregolamentazione spesso e volentieri fallisce clamorosamente: lo abbiamo visto nella pubblicità e in economia, ma qui si parla di macchine che agiscono da sole, e questo include le armi da guerra. Non è proprio un ambito dove ci si possa affidare al buon senso a una qualche magica capacità di regolarsi da soli.

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Horvitz, Suleyman e altri hanno risposto che il gruppo non ha il potere di stabilire regole, né di influenzare questo o quel governo. "Siamo qui per imparare l'uno dall'altro, su ciò che funziona e ciò che non funziona, e per essere aperti riguardo le aree di lavoro che ci mettono in difficoltà".

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