Non dobbiamo cambiare televisore, DVB-T2 ancora lontano

Il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha spiegato che non c'è urgenza di cambiare televisore in vista della transizione al DVB-T2 e allo standard HEVC.

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a cura di Dario D'Elia

Gli italiani dovranno cambiare obbligatoriamente televisore nel 2020 per continuare a ricevere le trasmissioni in digitale terrestre? "No", è stata la secca risposta del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. Ieri durante la trasmissione Mix24, condotta da Giovanni Minoli su Radio24, è stato ribadito ancora una volta che la transizione allo standard DVB-T2 e la riassegnazione delle frequenze nella banda 700 MHz non sarà traumatica.

Da mesi si è alimentata una certa confusione sul tema, sebbene gli addetti ai lavori e la stessa Commissione UE abbiano cercato di gettare acqua sul fuoco. Va detto che la questione è complessa e si presta a fraintendimenti.

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Il primo nodo riguarda il fatto che in base alla legge 44/2012 dal primo gennaio 2017 saranno venduti esclusivamente i televisori con supporti DVB-T2 e HEVC. Il secondo invece tira in ballo il fatto che entro il 2020/2022, l'Italia come gli altri paesi UE dovrà assegnare le frequenze nella banda 700 MHz - oggi in mano ai broadcaster televisivi per trasmettere numerosi canali – al mercato mobile 4G e 5G.

Le due questioni hanno generato il timore che l'utenza potesse ritrovarsi obbligata a cambiare televisione a causa della transizione verso lo standard DVB-T2 e l'esigenza di poter gestire i formati di compressione di nuova generazione.

In effetti 12 emittenti, abbandonando i 700 MHz, saranno costrette a razionalizzare le risorse e magari veicolare alcuni canali sul nuovo standard. Resterebbero infatti solo 14 multiplex nazionali rispetto agli attuali 19. Il vero mal di pancia sarà eventualmente quello di essere costretti a rimborsare i broadcaster che nel 2012 hanno goduto di un contratto di concessione a 20 anni. La decade prima della regolare scadenza potrebbe costare diversi miliardi, ma come hanno fatto in altri paesi non è escluso che possano essere recuperati proprio con l'asta dei 700 MHz.

In ogni caso il problema dei nuovi televisori per gli italiani non si pone poiché si parla di una finestra temporale ampia (dopo il 2022) e anche in caso di transizione tecnologica basterà disporre di nuovi decoder ed eventualmente antenne (complessivamente si parla di una spesa di 200 euro) che potranno godere di sussidi di Stato – tollerati da Bruxelles, se si considera la recente concessione in Francia.