Notizie a pagamento per Google: nuova legge in Germania

Se al Bundestag passa la nuova legge sul copyright Google rischia di dover pagare gli editori di notizie. Oggi Google News aggrega senza riconoscere nulla alle testate online, domani tutto potrebbe cambiare soprattutto sotto il punto di vista pubblicitario.

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a cura di Dario D'Elia

Google rischia di dover pagare profumatamente gli editori di quotidiani se passa la nuova legge sul copyright al Bundestag. Per questo motivo è stata avviata una campagna online denominata Defend your Net. Secondo il colosso statunitense si la Germania potrebbe andare in contro a "costi più alti, meno informazioni e un'incredibile incertezza legale".

Il cuore della normativa è basata infatti sulla possibilità per i "produttori materiali di notizie [...] di avere il diritto esclusivo sulla loro disponibilità pubblica, parziale o completa, a scopi commerciali". In pratica se un aggregatore di notizie, un blogger o un sito domani dovesse decidere di rilanciare i contenuti di una testata giornalistica potrebbe rischiare il pagamento di un obolo.

Purtroppo non è ancora chiaro quale sia lo spartiacque per i fini commerciali: un conto sono i ricavi pubblicitari di un sito amatoriale, un conto sono quelli di Google. Ad ogni modo gli autori di ogni lavoro o i detentori di copyright dovranno ottenere un'adeguata remunerazione per la pubblicazione.

Bunderstag

Google sostiene che gli editori già oggi possono decidere di essere esclusi dall'indicizzazione del motore di ricerca. Per di più, come tutti possono rilevare, sul canale Google News non c'è pubblicità. Anzi, a ben guardare i numeri dicono che Google.de veicola sui siti di news nazionali quasi il 45% del traffico. Insomma, agisce da "benefattore" e rischia di essere ripagato con una tassa sui link.

Ecco quindi la decisione di rivolgersi direttamente agli utenti tedeschi domandando il loro parere. Possono scrivere qualche riga e volendo anche sfruttare le indicazioni del sito per contattare il parlamentare di riferimento della propria provincia.

"Gli editori non vogliono più vedere il loro lavoro e la loro attività piratata da Google e altri service provider", ha spiegato l'esperto in copyright Igor Barabash dello studio legale Pinsent Masons di Monaco. "La questione è che tutto il lavoro è fatto dagli editori e tutto ciò che Google fa è legato all'uso gratuito di questo materiale".

La seconda argomentazione legale impugnata dagli editori è che la legge tedesca sul copyright  prevede due tipi di diritto. Uno legato all'autore del lavoro e l'altro chiamato "diritto ausiliario" che riguarda le persone coinvolte nella creazione ma non nella parte creativa del servizio - come ad esempio i produttori musicali o i registi.

"Il diritto ausiliario non esiste per gli editori. Questo gap nella protezione legale è l'argomento che spiega per quale motivo vogliono l'introduzione di qualcosa di simile", ha aggiunto Barabash.

Secondo gli addetti ai lavori un dibattito parlamentare non troppo travagliato potrebbe portare in breve tempo alla legge e a un'applicazione sul campo prima della prossima estate