Numeri Skype disattivati, il Ministero ha tagliato i fili

Venerdì i numeri virtuali SkypeIn italiani sono stati disattivati. Il noto operatore VoIP non rispettava la normativa vigente che obbliga a fornire un numero solo all'interno del distretto geografico corrispondente. Si prospetta un accordo con Uno Communications.

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a cura di Dario D'Elia

Da qualche giorno gli utenti Skype non possono più utilizzare il proprio numero telefonico virtuale: questo è l'epilogo di uno spiacevole contenzioso esploso quest'estate con il Ministero dello Sviluppo Economico. Come avevamo anticipato, ad agosto il partner Eutelia è stato costretto a disattivare le le numerazioni geografiche SkypeIn per ordine delle autorità italiane. 

In pratica, la normativa vigente prevede che si possa utilizzare "un numero solo all'interno del distretto geografico corrispondente", come ricorda La Repubblica. Questa formalità spesso viene disattesa dagli operatori scaricando ogni responsabilità sul contraente. Skype, probabilmente per leggerezza, ha dimenticato questo dettaglio - per altro previsto solo in Italia. Ogni tentativo di trovare un accordo con il suo fornitore di numeri virtuali, Eutelia, è stato vano anche a causa delle sue difficoltà finanziare.

SkypeIn

E così il 29 settembre Eutelia "ha provveduto alla disattivazione delle numerazioni geografiche di cui essa è titolare ed attraverso le quali Skype ha fino ad oggi potuto erogare i servizi agli utenti finali", ovviamente nel pieno rispetto delle richieste del Ministero.

A questo punto non resta che sperare in un'altra partnership: pare che le trattative con Uno Communications siano a buon punto. Oppure se si ha fretta si può decidere di affidarsi a Messagenet che è uno dei pochi operatori VoIP ad aver assicurato di risolvere in autonomia i problemi degli utenti. Da rilevare poi che la stessa Messagenet è diventata l'incubo di Skype a causa di una recente denuncia all'Antitrust UE (Messagenet denuncia Microsoft-Skype all'Antitrust).

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In ogni caso dietro l'angolo c'è già un'altra tegola pronta a colpire: si chiama interoperabilità. Come fa giustamente notare l'esperto IT Stefano Quintarelli "l'interoperabilità è il modo per assicurare che possa esserci un mercato, senza effetti rete e lockin degli utenti". Un esposto all'AGCOM sarebbe una bella gatta da pelare per il Presidente Corrado Calabrò, poiché com'è risaputo manca ancora una normativa precisa che regoli questo aspetto chiave dei servizi VoIP.