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a cura di Vittorio Pipia

A IFA 2018 diverse aziende hanno portato le loro proposte di televisori con risoluzione 8K, ovvero 7680 pixel nel lato orizzontale e 4320 pixel su quello verticale, per un totale di circa 33 milioni di pixel in grado di regalare immagini ultra-definite e brillanti. Ma vale la pena acquistarli sin da subito oppure è meglio aspettare?

Rispondere a questa domanda non è di certo facile, in quanto rappresenta una scelta puramente soggettiva: tuttavia possiamo cercare di analizzare quali siano le soluzioni proposte e se effettivamente possano portare un reale vantaggio per la fruizione di contenuti multimediali. Di certo l'evoluzione che ha avuto tale settore negli anni ha fatto passi da gigante. Se pensiamo che fino a quattro anni fa l'applicazione di Youtube non permetteva la visione di contenuti FullHD e che solo negli ultimi due anni abbiamo visto l'arrivo di televisori, monitor, ma soprattutto videocamere 4K accessibili, tale evoluzione è ancora più percepibile.

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A IFA tre aziende hanno proposto vari modelli di televisori 8K: tra queste Samsung, con i nuovi QLED, LG e SHARP, che ha anche annunciato il suo ritorno in Europa nel settore mobile. Prodotti molto validi che offrono una visione pienamente immersiva, ma difficilmente gestibile nel quotidiano considerate le sorgenti a disposizione.

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Dall'altro lato Sony, azienda da sempre protagonista nel settore audio video, ha scelto di andare controcorrente, affermando che le tecnologie attuali non permettono di sfruttare appieno le qualità dell'8K. Scelta che ha portato il management giapponese a evitare di rincorrere la più alta risoluzione concentrandosi invece a esprimere il massimo dalle attuali tecnologie, come visto con i nuovi proiettori 4K e con la serie di TV Master Series, di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo.

Due strade nettamente contrapposte, ma comunque parallele. Spingere al massimo una tecnologia, come sta facendo Sony, permette infatti sia all'azienda che ai clienti di poter avere i massimi vantaggi di uno sviluppo completo della stessa: ad oggi infatti, i contenuti 4K non mancano di certo, sia nel grande cinema che nelle serie TV, passando per il mercato videoludico in cui sia il più recente hardware sia le console permettono di godere di un'esperienza di alto livello quasi senza compromessi.

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La stessa cosa non si può dire per la risoluzione 8K, appena nata e per questo soggetta non solo a elevati costi per l'utente finale (difficile aspettarsi cifre sotto i tre zeri per i nuovi modelli) ma soprattutto a livello di produzione. Le videcamere 8K infatti sono molto poche e, anche se disponibili, non vengono attualmente utilizzate, salvo rari casi, per produrre contenuti a risoluzione nativa.

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Uno dei vantaggi derivanti dall'uso di tale risoluzione infatti, è proprio quella di avere maggiore flessibilità in fase di registrazione, con la possibilità di ridimensionare - in gergo "croppare" - il filmato, senza perdita di qualità, laddove necessario.

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La risoluzione 8K a confronto con risoluzioni inferiori.

La risoluzione 8K è quattro volte quella 4K e 16 volte il FullHD. Da ciò scaturisce un altro problema, ovvero quello relativo ai costi di produzione, archiviazione e alle connessioni necessarie per trasmettere tali contenuti. Pochi secondi di registrazione in 8K possono infatti occupare diverse decine di GB, molti di più rispetto al 4K o al FullHD. Tale problematica ha un impatto ancora maggiore rispetto ai costi di realizzazione (che comprendono non solo l'attrezzatura video per la registrazione, ma anche quello di macchine sufficientemente potenti da poter gestire con tranquillità l'enorme mole di dati), che potrà essere superato solamente con la diffusione della fibra negli appartamenti (FTTH) ed eventualmente "della connettività 5G", come dichiarato da SHARP stessa durante la sua conferenza stampa.

Arrivando alle conclusioni e rimanendo coi piedi per terra, è difficile consigliare ad oggi l'acquisto di un televisore 8K per i costi elevati e soprattutto per la mancanza di contenuti nativi, che costringeranno alla visione di video a risoluzione inferiore adattati, con la relativa perdita di qualità, soprattutto se consideriamo che ad oggi la risoluzione più diffusa è ancora il FullHD (1920 x 1080 pixel) e in molti casi addirittura l'HD (1280 x 720 pixel). Tuttavia è giusto che le aziende abbiano la libertà di sperimentare e noi per primi siamo curiosi di provare quanto saggiato durante la manifestazione berlinese. Il consiglio è però di aspettare non solo la riduzione dei costi, ma soprattutto una diffusione completa dell'ultra-broadband che permetterà di abbattere molti dei limiti dovuti alla diffusione dell'altissima risoluzione.


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