Nuvola Rosa: l'informatica è un'opportunità per tutti i giovani, anche per le donne

Intervista all'ambasciatrice europea di Nuvola Rosa per Intel. Ecco perché servono donne nell'informatica.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Ieri si è tenuto a Milano l'evento "Nuvola Rosa", promosso da Microsoft Italia in collaborazione con Intel Italia, Asus, Aviva, Accenture e altre aziende di rilievo. Come suggerisce il nome l'iniziativa – giunta al terzo anno - era legata alle donne, e in particolare a sensibilizzare le giovani a prendere in considerazione una formazione scientifica e intraprendere di conseguenza una carriera in ambito hi-tech.

Nuvla rosa

Un'opzione che a prescindere alla nazionalità viene spesso scartata a priori. Per capire meglio ecco qualche numero: solo il 3% delle ragazze europee si laurea in informatica, solo il 9% degli sviluppatori di app è donna. A fronte di una richiesta prevista per il 2020 di 2 milioni di posti di lavoro proprio nel settore ICT. Questo non significa che i ragazzi sono troppi: il 10% si laurea in informatica. Il messaggio è che c'è posto per tutti e che le opportunità non mancano, anche se per arrivarci bisogna rimboccarsi le maniche perché la laurea è un punto di partenza, non un traguardo fine a sé stesso.

 

Ovviamente l'iniziativa non è circoscritta all'evento di ieri, si terranno 150 corsi gratuiti nelle università di Milano (Bicocca, Bocconi, Politecnico, Statale) e altri progetti che coinvolgono il Dipartimento per le Pari Opportunità, l'Agenzia per l'Italia Digitale, il Ministero per l'Istruzione, Università e Ricerca, e altri.

Per l'occasione siamo andati al teatro meneghino Carcano a intervistare Bernadette Andrietti, Vice President, Sales and Marketing Group Director, Europe, Middle East and Africa, e ambasciatrice di Intel in Europa per la Nuvola Rosa.

Andrietti ci ha spiegato un po' meglio perché le donne potrebbero migliorare i prodotti realizzati dall'industria tecnologica: perché a prescindere dalla nazione e dall'età, hanno un criterio di valutazione degli strumenti tecnologici differente da quello maschile. Inoltre le donne hanno un differente modello d'uso della tecnologia, e a prescindere dalla dotazione "inside" ne valutano l'utilità pratica facendone emergere le carenze e altre sfaccettature d'uso e di ergonomia.

È la differenza fra donna e uomo, o semplicemente il fatto che l'hi-tech è diventato sempre più nazional popolare, e che quando il numero degli utenti cresce a dismisura si sviluppano di pari passo esigenze e osservazioni che spingono a migliorare e affinare i prodotti?