Obama vendica l'hacker Swartz: scienza pubblica e gratuita

Barack Obama ha deciso e imposto che i risultati delle ricerche scientifici dovranno essere ad accesso gratuito per tutti, se sono stati ottenuti grazie a finanziamenti pubblici, anche parziali. Il legame con la morte di Aaron Swartz non è ufficiale ma difficile da nascondere.

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a cura di Pino Bruno

Barack Obama ha stabilito che gli studi scientifici finanziati anche parzialmente con denaro pubblico dovranno essere liberamente consultabili pubblicamente. Non sarà più ammesso, quindi, che un'università, un'azienda o un privato ottengano risultati con fondi statali per poi venderli solo a chi può permetterseli.

Aaron Swartz non è quindi morto invano. Non c'è un rapporto diretto di causa/effetto tra il suicidio del giovane hacker statunitense e la decisione Obama, ma è impossibile pensare che si tratti soltanto di una coincidenzaSwartz si è ucciso a 26 anni perché sopraffatto dalla condanna che pesava sulla sua testa. L'hacker etico era stato incriminato per avere scaricato 4,8 milioni di pubblicazioni scientifiche dai server del MIT (Massachusetts Institute of Technology) con l'intenzione di pubblicarli liberamente in Rete. La sua morte ha scatenato un'ondata d'indignazione in tutto il mondo e riaperto il dibattito sulla libera circolazione del sapere scientifico.

Aaron Swartz

Guarda caso, appena due mesi dopo il tragico evento, il presidente Obama risponde sì alla petizione postata sul sito della Casa Bianca il 12 maggio 2012, che ha raccolto circa sessantaseimila adesioni nel mondo accademico e della ricerca. Il memorandum indirizzato il 22 febbraio ai responsabili di tutti i dipartimenti e agenzie statunitensi da parte del direttore dell'Office of Science and Technology Policy della Casa Bianca, John Paul Holdren, è una risposta parziale ma importante.

I cittadini americani devono poter accedere alle ricerche scientifiche che sono state portate avanti grazie al loro contributi. Se un esperimento ha usufruito di soldi pubblici, non potrà più essere coperto da tariffe o abbonamenti. L'accesso gratuito agli studi scientifici finanziati con le tasse degli americani avverrà un anno dopo la pubblicazione. Per i primi dodici mesi gli esperimenti potranno essere letti a pagamento.

Scrive oggi Elena Dusi, sulla prima pagina di Repubblica, che "in Europa un provvedimento simile a quella della Casa Bianca è stato preso l'anno scorso dalla Commissione ed entrerà in vigore gradualmente a partire dal 2016" e che "un analogo provvedimento preso in Gran Bretagna nel 2012 diventerà efficace il prossimo primo aprile".

Aggiunge poi la giornalista che "la pressione dei ricercatori contro tariffe a volte decisamente sproporzionate (gli abbonamenti arrivano a 40.000 dollari e quasi sempre le riviste non si possono acquistare singolarmente, ma in pacchetti) sta diventando sempre più dirompente. Da un lato ci sono gli editori, aggrappati agli introiti degli abbonamenti e alle regole della proprietà intellettuale. Dall'altro gli scienziati sono desiderosi di scrivere e farsi leggere, firmano petizioni, fondano nuovi giornali ad accesso libero, stirano le regole del copyright e pubblicano i loro studi sulle pagine web personali o su siti internet senza barriere".

Una decisione positiva, arrivata comunque troppo tardi per salvare la vita al generoso e nobile Aaron Swartz.

Ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione.