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a cura di Andrea Balena

In questo momento d'oro della serialità televisiva molti nuovi nomi e realtà locali entrano nella mischia degli affollatissimi servizi on demand, spesso ottenendo che il loro sudatissimo prodotto non riesca ad emergere e sia travolto dal flusso gargantuesco quasi-cyberpunk di notizie, marketing e nomi più blasonati. Questo è stato il destino dello show norvegese Occupied (Okkupert in originale), nascosto nei meandri del catalogo Netflix e per niente pubblicizzato nel mio feed, nonostante la buona percentuale di compatibilità assegnata dall'algoritmo della piattaforma di streaming; solo il tradizionale passaparola mi ha permesso di scovare questa piccola gemma di thriller.

Ideata e scritta dal famoso romanziere norvegese Jo Nesbø, Occupied è la prima grande produzione televisiva del paese scandinavo a proporre uno scenario fantapolitico affascinante per la sua verosimiglianza ma soprattutto vicinanza con la realtà. In un futuro molto prossimo il Primo Ministro della Norvegia - motivato da ideali ecologisti e ambientali - decide di interrompere l'estrazione di petrolio e gas da cui dipendono gran parte degli stati europei in piena crisi energetica, optando per un futuro di centrali nucleari alimentate dal torio, un perfetto sostituto rinnovabile e eco-friendly, ma in cui nessuno nell'Unione crede a sufficienza.

OCCUPIED credits Aksel Jermstad 1

Per evitare contraccolpi sulla propria economia, l'UE e la Russia si alleano e con un rapimento a sorpresa riescono a porre un freno alle politiche del ministro e far ripartire gli impianti tradizionali, sotto la supervisione del paese di Putin. Inizia così un'occupazione "silenziosa" della nazione, messa sotto sequestro dai russi che cominciano ad influenzarne politica e quotidianità. Ma ben presto gli stessi cittadini norvegesi cominceranno ad opporsi agli invasori, sia nella vita di tutti i giorni sia con azioni terroristiche.

La storia segue le vicende di molti personaggi ben stratificati nella società norvegese, prediligendo il punto di vista del Primo Ministro, di un agente dei servizi segreti che lavora con entrambe le parti e della proprietaria di un ristorante piazzato di fronte all'ambasciata russa. La vicenda non viene affrontata con mero nazionalismo o cieca avversione al militarismo russo - argomento quanto mai attuale - e anzi racconta in maniera intelligente e critica tutte le varie radicalizzazioni ed estremismi militari e civili. Che sia l'odio puerile di un ragazzino che vuole liberare il suo Paese o la risposta armata di un gruppo paramilitare, la sceneggiatura della serie è attenta a non fare due pesi e due misure e non cadere in un facile odio e demonizzazione dell'invasore.

Occupied on Netflix

Anche la vicenda del capo di governo è dinamica e piena di sfaccettature, riuscendo a mettere in scena in modo convincente la trasformazione di un uomo mite in un subdolo politico, le cui scelte sempre più sfrontate e illogiche lo portano ad essere allontanato da famiglia, partito e nazione. Questa zona grigia in cui i personaggi si muovono viene descritta dalla storia dell'agente Djupvik, che da semplice guardia del corpo finisce per essere l'ago della bilancia del potenziale conflitto, grazie alla fiducia che guadagna presso i russi. La sua morale inizia a vacillare quando vedrà il marcio di entrambe le fazioni e le loro macchinazioni.

Il maggior pregio della sceneggiatura è di mantenere il ritmo e di rendere appassionante una vicenda dai toni verbosi e a volte tropo statici. La divisione temporale in mesi per ogni episodio è una scelta interessante e che riesce a movimentare di continuo gli eventi narrati e tiene alta l'attenzione dello spettatore nel racconto di una vicenda in continua evoluzione.

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L'unica fragilità della serie risiede forse nella sua natura fin troppo pragmatica, ormai una firma culturale del panorama scandinavo. Registicamente la macchina da presa rimane sempre asciutta e pulita, senza particolari spunti visivi che rimangono impressi, relegata a un ruolo quasi puramente funzionale per non infastidire o appesantire troppo la visione.

In un mese abbastanza magro di nuove uscite, consiglio caldamente di recuperare questa serie semi sconosciuta e nascosta nel catalogo di Netflix. Occupied non è una serie perfetta, specialmente sul lato artistico, ma se vi intrigano le vicende politiche raccontate in modo raffinato, allora sicuramente vi appassionerà fino all'ultima puntata.


Tom's Consiglia

Se vi interessano le opere dello scrittore, potete recuperare L'uomo di neve, da cui è stato tratto un film recentemente.

Occupied

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