Oculisti italiani in coro: il 3D non danneggia la vista

La Società Oftalmologica Italiana si confronta e dirama un comunicato: il 3D non provoca danni alla vista, ma come ogni cosa ci vuole moderazione. Anche i più piccoli sono al sicuro, i genitori possono stare tranquilli.

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a cura di Manolo De Agostini

Gli occhiali in 3D non provocano alcun danno all'apparato visivo. La SOI - Società Oftalmologica Italiana - scende in campo per fare chiarezza sul tema della visione stereoscopica 3D e su possibili danni alla vista. Qualche tempo fa si era creato un po' di allarme su queste tema, come dimostrano alcune nostre news: Occhiali 3D nella sale, la Sanità impone il monouso, Il 3D nei film colpisce, ma attenzione ai pidocchi.

"Oggi il 3D è scientificamente valutato privo di effetti negativi sull'apparato visivo delle persone se utilizzato nel rispetto di queste semplici regole e indicazioni" spiega Matteo Piovella, Presidente della SOI.

"La visione in 3D è una tecnologia introdotta nei cinema da oltre 40 anni ed è stata utilizzata senza specifiche difficoltà da centinaia di milioni di individui", si legge nel comunicato stampa. Tra i consigli, la SOI segnala:

  • Necessario l'utilizzo di occhiali polarizzanti monouso.
  • Informare le persone affette da penalizzazioni visive in uno dei due occhi circa l'impossibilità di usufruire a pieno della qualità della visione 3D (Oltre un milione di persone in Italia conducono una vita normale compresa la guida della macchina vedendo solo da un occhio).
  • Reintrodurre i classici 15 minuti di intervallo tra un primo e secondo tempo (oggi le proiezioni 3D durano oltre le due ore, anni fa il costo della tecnologia limitava la durata a poco più di un'ora).

Avatar è il film che ha creato grande attenzione attorno alla stereoscopia 3D

La Società Oftalmologica Italiana esprime inoltre delle riserve circa l'indicazione di vietare ai bambini più piccoli di 6 anni per le seguenti motivazioni:

  • Il senso di stereopsi e di visione binoculare si sviluppano a 4 mesi d'età (tali caratteristiche di sviluppo sono necessarie per apprezzare in serenità la visone 3D).
  • I bimbi di 3 anni hanno una capacità automatica di accomodazione (messa a fuoco) 10 volte superiore rispetto ad una persona di 21 anni e questa caratteristica deve essere considerata una "protezione" positiva.
  • Portare i bimbi a vedere un film in 3D non è pericoloso ma può essere considerato un vero e proprio test di "provocazione" che produce precisa indicazione per l'effettuazione di una visita oculistica, se non effettuata in precedenza, nel caso il bambino dimostri specifici disagi.

"La Società Oftalmologica Italiana con forza desidera tranquillizzare tutti i genitori che hanno già portato i propri figli al cinema per assistere ad una proiezione in 3D", si legge a conclusione del comunicato stampa.