ONU, le voci femminili degli assistenti digitali rafforzano gli stereotipi di genere?

Secondo una ricerca delle Nazioni Unite l'uso di una voce femminile per la maggior parte degli assistenti digitali contribuiscono a rafforzare gli stereotipi di genere sulla donna.

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a cura di Alessandro Crea

Amazon Alexa, Microsoft Cortana, Apple Siri: ad esclusione di Google Assistant moltissimi assistenti digitali (ma anche la maggior parte dei navigatori per automobile) hanno, di default, una voce femminile. Non si tratta di una scelta casuale ovviamente, tanto che uno studio delle Nazioni Unite ha sottolineato come questo approccio non faccia che rafforzare i già esistenti stereotipi culturali di genere sulla donna e sul suo ruolo sociale.

Il report, indirizzato soprattutto alle aziende Hi-Tech, con l'intento di invitarle a sviluppare voci neutre, sostiene che l'uso di una voce femminile rafforza l'idea che le donne siano docili e desiderose di compiacere e aiutare il proprio padrone. Un'intera sezione del lavoro è dedicata proprio alle risposte che questi assistenti forniscono a domande o affermazioni, spesso offensive o comunque stereotipate. Gli assistenti digitali infatti forniscono sempre risposte positive o comunque accomodanti a prescindere dal contenuto, a volte anche "forte" delle frasi.

Il problema è di quelli complessi. Che infatti i nostri stereotipi culturali possano inconsapevolmente fluire nelle nostre tecnologie più avanzate è cosa risaputa già da qualche anno e oggetto di studi, come emerso già a più riprese riguardo all'intelligenza artificiale. Lo studio dell'ONU quindi mette in rilievo ancora una volta come gli stereotipi di genere siano radicati nella nostra cultura e, di conseguenza, anche nella tecnologia, evidenziando come ciò sia un problema vista la costante crescita di diffusione di smart speaker e assistenti digitali.

Si potrebbe quindi innescare un sistema circolare in cui i pregiudizi si rafforzano e si diffondono maggiormente in noi e nella nostra società proprio attraverso la diffusione delle nuove tecnologie, rafforzandosi e radicandosi di conseguenza anche nelle intelligenze artificiali.

Secondo lo studio l'unico modo è, giustamente, proprio lavorare alla riduzione degli stereotipi di genere nella nostra cultura, riducendo il gap presente nella nostra società. Non è un caso infatti se le donne in media hanno il 25% di competenze digitali in meno rispetto agli uomini e solo un quarto è in grado di programmare. Insomma, sarà difficile tenere fuori i nostri stereotipi dalla tecnologia finché continueremo a perpetrarli nella cultura, nella società e nel quotidiano.

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