Opera Software, carne fresca per gli squali

Opera Software potrebbe rientrare nel mirino di Google, Apple e Microsoft. Il CEO, però, si professa tranquillo e reclama indipendenza.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

L'entrata in campo di Google, l'affannosa voglia di riscatto di Microsoft e le possibili voglie di Apple potrebbero creare qualche problema all'indipendenza di Opera Software.

Chi conosce un po' di storia dei browser sa bene che la software house norvegese è una delle realtà più innovative del settore. E per questo potrebbe fare gola ai colossi in cerca di nuovi talenti e tecnologie, sia per le soluzioni desktop che mobile. In casa Opera, però, sono tranquilli.

"Siamo più forti che mai. Parte della forza che ci contraddistingue è che siamo indipendenti. Lavoreremo con tutti", ha affermato Jon von Tetzchner al Reuters Global Technology summit di Parigi.

A sollevare la questione sono stati gli analisti, che vedono Opera in una posizione debole. Alla domanda "Opera rimarrà indipendente nei prossimi cinque anni?", von Tetzchner ha risposto "Sono fiducioso. Se verremo acquistati da qualcuno, probabilmente la nostra abilità di giocare il ruolo che giochiamo sarà molto limitata".

"Ho la capacità di bloccare un'acquisizione? Ho la fetta più grande dell'azienda, ma d'altra parte ho un obbligo con gli investitori - sarei in grande difficoltà se bloccassi l'acquisizione dell'azienda. Devo comportarmi in modo leale…ogni cosa di questo tipo dovrebbe essere amministrata nel migliore modo possibile".

E Opera, ha intenzione di espandersi? L'AD afferma che l'azienda è in positivo e ha un buon capitale. Inoltre, il momento è buono per acquistare. Opera, però, si muoverà solamente nel caso in cui troverà un'azienda che possa darle un valore aggiunto e non acquisterà solamente per rimpolpare il suo organico.