Optsat 3000, è italiano uno dei più avanzati satelliti spia

Stanotte è stato lanciato in orbita con successo Optsat 3000, il nuovo satellite spia italiano, tra i più avanzati al mondo.

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a cura di Alessandro Crea

Con la messa in orbita del satellite spia Optsat 3000, "l'Italia si dota di un asset in grado di migliorarne significativamente le capacità di difesa e protezione", come ha sottolineato l'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo.

il lancio di VEGA e OPTSAT-3000

Lanciato alle 3:58 ora italiana da Arianespace dallo spazioporto europeo di Korou, in Guyana francese, tramite il vettore europeo VEGA, il satellite è fornito proprio da Leonardo, attraverso il consorzio Telespazio (67% Leonardo e 33% Thales), in collaborazione con Israel Aerospace Industries.

Composto da un satellite in orbita LEO (Low Earth Orbit) eliosincrona e da un elemento di terra per il controllo in orbita, Optsat 3000 fornirà immagini ad altissima risoluzione di qualsiasi parte della Terra, consentendo al nostro paese di acquisire una capacità nazionale autonoma di osservazione, grazie a un particolare sensore ottico chiamato Jupiter, che costa 40 milioni di euro ed è in grado di distinguere oggetti fino a 38 centimetri di grandezza.

Il satellite inoltre dal prossimo anno interopererà anche col sistema di satelliti radar Cosmo-SkyMed di seconda generazione. L'Italia ne ha già quattro di questo tipo in orbita ma altri due di nuova generazione saranno appunto lanciati nel corso del 2018, espandendo così l'attuale capacità del sistema di "vedere" attraverso le nubi e persino sotto terra. La nuova rete così composta consentirà dunque alla Difesa italiana di ottenere informazioni di estrema precisione e completezza, che integrano dati ottici e radar, fornendo strumenti d'analisi allo stato dell'arte.

OPTSAT 3000

Cosa spieranno questi strumenti però è ovviamente top secret. Si sa soltanto del loro utilizzo civile, in caso di calamità naturali, al fine di fornire mappe particolareggiate di centri abitati e intere regioni e si può immaginare che aiuteranno a controllare i tanti territori su cui sono sparse le nostre missioni militari, dall'Iraq all'Afghanistan.

Secondo La Repubblica però l'operazione più delicata, mai confermata ufficialmente, riguarda il monitoraggio della Corea del Nord. In una brossure del 2010 presentata a Washington per illustrare le capacità della rete SkyMed infatti si evidenziava il nome di una città, Yong-byon, cuore di alcune delle ricerche più pericolose del regime di Pyong-yang.

Sempre stando a quanto riportato dai giornalisti di Repubblica, tali immagini sarebbero poi state fornite più volte alla CIA ed acquistate anche ufficialmente da Seul, sebbene in versione a bassa risoluzione, come impongono le leggi internazionali. Non è un caso quindi che il governo sud coreano abbia poi deciso di acquistare un nostro satellite che adesso orbita regolarmente sopra i poligoni di nord coreani.

Optsat 3000 da solo è costato 270 milioni di euro, ma in generale questi sistemi sono costosissimi. I due SkyMed di nuova generazione ad esempio graveranno sulle casse pubbliche per un totale di 700 milioni di euro, mentre il costo complessivo stimato per i quattro già in orbita raggiunge quota 1137 milioni di euro. In tutti i casi comunque i fondi di finanziamento sono stati ripartiti tra Difesa, Ricerca e ASI, la NASA italiana.

La rete SkyMed e il nuovo Optsat 3000 potrebbero tornare anche particolarmente utili per monitorare le rotte degli scafisti che trasportano i migranti clandestini, visto che potrebbero rilevare qualsiasi imbarcazione in porzioni amplissime di mare, o qualsiasi veicolo che stia attraversando il deserto e conoscere l'esatto numero di persone presenti sui gommoni o nelle strutture di raccolta in Libia.  


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