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Right Media Exchange è un nuovo sistema ad aste per l’acquisto di spazi pubblicitari online; ogni transazione è soggetta a una commissione media del 7,5%.

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a cura di Dario D'Elia

Abbiamo compreso che per avere una mole di transazioni compatibile con la sostenibilità del business bisogna disporre di un numero di inserzionisti e venditori enorme. Convincere, poi, il mercato a cambiare metodo è piuttosto difficoltoso”, ha dichiarato Uzi Eliahou, co-fondatore e CEO di MatchCraft.

Greg Stuart, inoltre, è convinto che uno dei problemi più articolati da aggirare sia legato alle limitazioni imposte da alcuni brand agli inserzionisti. La posizione esatta delle campagne, all’interno dei siti, è certamente di vitale importanza. 

Sono d’accordo sul fatto che i prezzi imposti producono una mancanza di fluidità nel mercato. Non riconoscono che i marketer valutano le offerte in modo diverso. Quindi se questo servizio è in grado di soddisfare le rinnovate esigenze del segmento online, ben venga”, ha dichiarato Stuart. Concorda anche Tim Hanlon, vice presidente di Denuo, media consultancy di Media Publicis Groupe. “Vi sono molte chiacchiere sulla possibilità di avere transazioni più aperte e trasparenti nel mondo dei media. Il processo che adoperiamo oggi è poco chiaro, e quindi abbastanza inefficiente”, ha confermato Hanlon. “Google AdWords sebbene basato su una sorta di asta sui termini di ricerca condivide la stessa filosofia. Dimostra ogni giorno che questo modello economico funziona ed è molto più flessibile di quelli tradizionali”.

Il mercato della pubblicità online è diventato più complesso. Sono aumentati notevolmente gli inserzionisti. Credo che il valore aggiunto di un servizio di questo genere sia legato alla maggiore efficienza. Negli ultimi 5/10 anni lo sviluppo tecnologico è stato veloce e produttivo. Oggi disponiamo finalmente di un sistema che ci permette di contenere i costi e di offrire un prodotto di qualità”, ha concluso Walrath.

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