Palladio artificiale, una lega per l'hi-tech del futuro

Rodio e argento per creare un materiale simile al palladio. Ci è riuscito un professore della Kyoto University. La scoperta apre nuovi scenari per il futuro dell'hi-tech, alla ricerca di nuovi materiali ampiamente disponibili per combattere lo strapotere cinese nella produzione delle terre rare.

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a cura di Manolo De Agostini

Ricercatori giapponesi hanno creato una lega con proprietà simili a quelle del palladio, un metallo che fa parte dei cosiddetti minerali rari (o terre rare) impiegati all'interno di computer, telefoni cellulari, TV a schermo piatto, strumenti odontoiatrici, fuel cell e catalizzatori per automobili.

Il merito va al professor Hiroshi Kitagawa della Kyoto University che, insieme al proprio team, si è avvalso di nanotecnologie per combinare rodio e argento, realizzando un nuovo composto che ha appunto proprietà simili al palladio.

Questo traguardo è importante perché il palladio è costoso e la sua disponibilità è limitata. La nuova lega è stata ottenuta usando una nanotecnologia per nebulizzare il rodio e l'argento, che poi sono stati mescolati gradualmente con alcool riscaldato. I due metalli si sono così combinati in maniera stabile a livello atomico, in forma di piccole particelle di 10 nanometri di diametro.

Questa scoperta fatta in Giappone, sicuramente da sviluppare ulteriormente, ha grandi implicazioni perché traccia una strada alternativa all'approvvigionamento delle terre rare attraverso i tradizionali scavi. Come abbiamo riportato recentemente, gli Stati Uniti stanno cercando di limitare la propria dipendenza dalla Cina, il maggiore produttore di minerali rari (Vuoi lo smartphone? Gli Stati Uniti tornano in miniera).

La Repubblica popolare ha recentemente dichiarato di voler tagliare del 35% - rispetto a un anno fa - le quote di esportazione delle terre rare nella prima metà del 2011. L'obiettivo, secondo la Cina, è quello di conservare le riserve. Le altre nazioni sono però già in fibrillazione, così come le borse. Scoperte come quella del professor Hiroshi Kitagawa sono importantissime per il futuro del comparto tecnologico.