Prestazioni

La Lumix GH5, la nuova top di gamma Panasonic erede della fortunata GH4, si propone ad un pubblico di appassionati evoluti e professionisti per soddisfare le esigenze di chi aspira ad ottenere il massimo dei risultati dal formato Micro Quattro Terzi: anche per le still picture.

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a cura di Tom's Hardware

Se del sistema Panasonic Depth From Defocus (DFD) ormai sappiamo tutto e anche delle modalità di messa a fuoco, che sono le stesse utilizzate nei modelli che già conosciamo, cerchiamo di capire in che cosa il modulo AF della GH5 si differenzia da quello degli altri modelli, più economici, della stessa Casa.

Innanzitutto la macchina utilizza un rinnovato algoritmo DFD che per massimizzare velocità e precisione non solo calcola la distanza dal soggetto valutando due immagini con diversi livelli di nitidezza, ma analizza anche la forma, le dimensioni e persino il movimento dello stesso nel suo complesso. Grazie al nuovo Venus Engine, la misurazione della distanza dal soggetto è 6 volte più rapida, mentre la velocità della fattorizzazione planare o di profondità della distanza è stata raddoppiata.

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La velocità del sistema di azionamento del sensore durante la messa a fuoco automatica è stata aumentata a 480 FPS, il doppio rispetto a quella della GH4. Pertanto, stando ai dati dichiarati dal costruttore, la GH5 offre una MAF automatica in soli 0,05 sec. e una ripresa continua a 12 FPS (con autofocus singolo) e 9 FPS (continuo). Un'attenta analisi dei singoli frame evidenzia una precisione di rilevazione fino al 200% più elevata, con minimo errore nell'individuazione dei movimenti, assicurando una migliore tolleranza di tracciamento con soggetti in movimento. Il buffer particolarmente ampio fa sì che le prestazioni siano mantenute invariate senza rallentamenti nella cadenza, prestazione non così scontata anche su macchine fotografiche di fascia alta come questa.

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Le aree di messa a fuoco sono state portate da 49 a 225. La dimensione dell'area di MAF è variabile a piacimento, sia che si selezioni il punto singolo che le zone.

A seconda della composizione, gli utenti possono creare un gruppo di aree da mettere a fuoco e controllarle con facilità attraverso un joystick posto in prossimità del pollice, senza allontanare lo sguardo dal soggetto.

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Il joystick per la selezione del punto di MAF rappresenta un'importante feature non presente sulle mirrorless Panasonic di fascia media

Ciò è possibile anche quando si utilizza il mirino elettronico o si toglie il dito dal pulsante dell'otturatore.

Non mancano naturalmente Post Focus & Focus Stacking, funzioni già descritte dettagliatamente nella recente prova della G80/GX80.

Ricordiamo che Post Focus permette di selezionare il punto di messa a fuoco anche dopo aver scattato, funzione particolarmente utile nelle situazioni che richiedono una messa a fuoco molto specifica, come ad esempio gli scatti macro. Focus Stacking, invece, consente di ottenere più immagini dello stesso frame, con diversi punti di messa a fuoco, per poi combinarli in un'unica immagine specificando l'area di MAF desiderata.

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Nuova invece la funzione 6K PHOTO, per riprendere immagini a 30 FPS, estraendo il frame migliore dal file burst in 6K (con aspetto 3:2 o 4:3) e salvandolo come fotografia in alta risoluzione da circa 18 MP. Anche la funzione 4K PHOTO è stata potenziata e consente un'acquisizione ad alta velocità di 60 FPS con risoluzione di circa 8 megapixel. Nella funzione 6K/4K PHOTO, è possibile scegliere fra tre diverse modalità in base alla situazione: 6K/4K Burst, 6K/4K Burst (Start/Stop) e 6K/4K Pre-burst.

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Compensando le informazioni di segnale tra i frame, il processore Venus Engine consente la rifinitura post-registrazione delle immagini per correggere la distorsione e ridurre il rumore durante la riproduzione o l'estrapolazione delle immagini dal file burst 6K/4K. Si ottiene quindi un netto miglioramento della qualità delle immagini riprese con funzione 6K/4K PHOTO a velocità di otturazione elevata e ad alta sensibilità così come delle immagini in panning.

Entrando più nel merito dei risultati pratici, dando già per scontate le ottime prestazioni dell'AF in modalità one shot anche sulla base dell'efficacia del sistema DFD sperimentata con le recenti Panasonic basate sullo stesso algoritmo, ci focalizzeremo solo sulle prestazioni in tracking. Considerata la potenza del modulo AF della GH-5, questa volta abbiamo scelto di utilizzare una vettura in movimento, quindi a velocità più elevata rispetto a quella di una persona, sia diretta verso la fotocamera (caso più semplice) che trasversalmente.

Nel primo caso abbiamo utilizzato la messa a fuoco a zone, selezionando quella centrale (non troppo ampia), autofocus continuo, burst rate medio, zoom a focale variabile partendo da 120 mm eq, ed allargando progressivamente. Su un burst di 68 scatti, il 100% era a fuoco! Una prestazione eccezionale, per un caso però piuttosto semplice.

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Questa sequenza è stata ripresa con l'obiettivo a diaframma tutto aperto e un tempo di scatto sufficiente rapido da bloccare l'auto in movimento

Nel secondo caso - auto in movimento obliquo rispetto alla camera - abbiamo utilizzato la messa a fuoco ampia a 225 punti lasciando alla stessa il compito di riconoscere il soggetto in movimento. Tutte le altre condizioni identiche a quelle precedenti. Su un burst di 102 scatti, il 97% era a fuoco. Anche in questo caso la velocità di tracciamento è eccellente, si perde soltanto quando l'auto è molto vicina al punto di ripresa.

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Infine, un ultimo test: auto sempre in movimento obliquo, ma modalità di MAF di tipo tracking dinamico: la fotocamera mette a fuoco il soggetto specificato con esposizione ottimizzata per lo stesso. La messa a fuoco e l'esposizione continueranno a seguire lo stesso anche se si muove.

Qui abbiamo rilevato qualche problema, perché la percentuale degli scatti perfettamente a fuoco è nell'ordine del 54%. In pratica, è come se l'area di MAF fosse troppo piccola e quando esce da una zona ad alto contrasto il modulo AF sgancia e riacquisisce il soggetto dopo diversi fotogrammi. Probabilmente si tratta di un problema che potrà essere corretto da una nuova release software. E' vero però che si può procedere al tracciamento del soggetto seguendolo sul monitor touch.

In conclusione, l'AF è comunque così potente e personalizzabile che è pressoché impossibile non trovare l'impostazione giusta per le proprie esigenze.

Nessun commento particolare in relazione al sistema esposimetrico: preciso e affidabile. Manca però la misurazione parziale, e su una macchina di questo livello la cosa è un tantino più grave.

Le funzioni per la correzione della dinamica sono le già note iDynamic e Intensifica Ombra, cui si aggiunge l'immancabile HDR. Segnaliamo però, a tal proposito, che in più di un caso l'intervento dell'HDR impostato su AUTO non è stato sufficiente a compensare le differenze di esposizione tra alte luci e ombre.