Pannelli solari per interni, rivoluzione in arrivo per l'alimentazione dei dispositivi IoT?

Un gruppo di scienziati svedesi e cinesi ha sviluppato speciali celle solari organiche, ottimizzate per convertire la luce interna ambientale in elettricità. La potenza prodotta è bassa, ma probabilmente sufficiente per alimentare i tanti prodotti che l'IoT porterà nelle nostre case.

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a cura di Alessandro Crea

‎Con la sempre maggior penetrazione nel mercato consumer dell'IoT (Internet delle cose), saranno sempre di più i prodotti online che necessiteranno di energia elettrica, sia negli spazi pubblici che nelle case. Per questo, la domanda di piccole ed economiche fonti di energia rinnovabile sta aumentando rapidamente, al fine di ridurre la necessità di frequenti e costose sostituzioni delle batterie.‎‎ Una soluzione rivoluzionaria potrebbe essere rappresentata dalle celle fotovoltaiche organiche messe a punto da un team di ricercatori sino-svedesi, in grado di sfruttare la luce interna ambientale. La quantità di energia prodotto è bassa, ma dovrebbe essere comunque sufficiente ad alimentare la pletora di device IoT che presto invaderanno abitazioni e spazi pubblici.

Le nuove ‎celle solari organiche non solo sono flessibili, economiche da produrre e adatte alla produzione tramite grandi stampanti, ma hanno un ulteriore vantaggio: lo strato che assorbe la luce è costituito da una miscela di materiali donatori e accettanti, che dà notevole flessibilità nel mettere a punto le celle solari in modo che siano ottimizzate per gestire esattamente la lunghezza d'onda della luce che ci circonda in casa, al supermercato o in libreria.

‎I ricercatori descrivono due varianti di cella solare organica nell'articolo pubblicato su ‎‎Nature Energy‎‎, una con un'area di 1 cm² e l'altra con un'area di 4 cm². La cella solare più piccola è stata esposta alla luce ambientale ad un'intensità di 1000 lux, e i ricercatori hanno osservato che ben il 26,1% dell'energia luminosa è stata convertita in elettricità. La cella solare organica ha fornito un'alta tensione superiore a 1V per più di 1000 ore di esposizione a una luce ambientale variabile tra 200 e 1000 lux.

‎"Questo lavoro rappresenta una grande promessa per l'impiego delle celle solari organiche nella nostra vita quotidiana, al fine di alimentare l'Internet delle cose", ha spiegato Feng Gao, docente della Divisione di elettronica organica e biomolecolare dell'Università di Linköping.‎ ‎"Siamo fiduciosi che l'efficienza delle celle solari organiche sarà ulteriormente migliorata per l'uso futuro con luce ambientale, perché c'è ancora un ampio spazio per l'ottimizzazione dei materiali utilizzati in questo lavoro", ha aggiunto infine Jianhui Hou, docente presso l'Istituto di Chimica dell'Accademia Cinese delle Scienze.‎‎