Paul Allen sfida i colossi hi-tech, ma è un pasticcione

La denuncia di Paul Allen contro le principali aziende USA del settore tecnologico, Microsoft esclusa, è da riscrivere. Pochi dettagli sui brevetti in gioco.

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a cura di Manolo De Agostini

La causa di Paul Allen contro le principali aziende tecnologiche subisce un primo, momentaneo, stop (Paul Allen denuncia tutti, si salva solo Microsoft). Un giudice federale di Seattle ha respinto la denuncia asserendo che le accuse non sono state condite da abbastanza dettagli. Il giudice Marsha Pechman ha fissato il 28 dicembre come termine ultimo entro cui Interval Licensing LLC, azienda di cui Allen è proprietario, può depositare una denuncia modificata. Un portavoce di Allen ha dichiarato che l'ordine del giudice, definito un problema di procedurale, non porrà fine al caso.

Paul Allen, oggi

Lo scorso agosto Paul Allen, cofondatore di Microsoft, aveva denunciato Google, Apple, Yahoo, Facebook, YouTube, AOL, eBay, Netflix, Staples, Office Depot e OfficeMax per la violazione di brevetti sulla ricerca Web. Al centro della disputa quattro brevetti della sua azienda, Interval Licensing LLC (che detiene le proprietà intellettuali della defunta Interval Research, azienda fondata da Allen e David Liddle nel 1992). I brevetti che fanno parte del procedimento sono i seguenti:

  • No. 6,263,507: "Browser for Use in Navigating a Body of Information, With Particular Application to Browsing Information Represented By Audiovisual Data".
  • No. 6,034,652: "Attention Manager for Occupying the Peripheral Attention of a Person in the Vicinity of a Display Device".
  • No. 6,788,314: "Attention Manager for Occupying the Peripheral Attention of a Person in the Vicinity of a Display Device".
  • No. 6,757,682: "Alerting Users to Items of Current Interest"

Allen e Gates negli anni '80

Queste proprietà intellettuali, già in passato, ci erano sembrate generiche. Evidentemente l'azienda di Allen non è stata molto più precisa nemmeno nella denuncia. Apprendiamo contestualmente a questo colpo di scena che anche Google e Apple avevano già presentato proposte per respingere la denuncia, in quanto non specificava quali beni o servizi violavano i brevetti di Interval.