Pentagono: identificazione a distanza grazie al ritmo cardiaco

Stando alla prestigiosa MIT Technology Review, il Pentagono avrebbe sviluppato una particolare tecnologia laser in grado di riconoscere le peculiarità del battito cardiaco come fosse un parametro per l'identificazione biometrica.

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a cura di Alessandro Crea

Si può parlare di "impronta cardiaca"? Probabilmente sì, almeno stando alla nuova tecnologia sviluppata dal Pentagono che, tramite un fascio laser, promette di riuscire a individuare persone specifiche con sicurezza anche in mezzo alla folla e a una buona distanza, proprio riconoscendo il "modello" del battito cardiaco.

La tecnologia, i cui dettagli sono riportati nello studio pubblicato dalla prestigiosa MIT Technology Review, si chiama Jetson e si basa sulla vibrometria, ovvero sulla rilevazione delle vibrazioni superficiali sulla pelle, causate dal battito cardiaco, che il laser può rilevare con grande precisione fino a una distanza massima di 200 metri.

L'identificazione biometrica come sappiamo è ormai sempre più parte della nostra vita quotidiana, dagli smartphone ai sistemi di identificazione in alcuni aeroporti in giro per il mondo, ma di tecnologie ce ne sono già diverse, dalla scansione delle impronte digitali a quelle dell'iride o della retina, fino al riconoscimento facciale. Perché dunque sviluppare una nuova soluzione? Perché a quanto pare il ritmo cardiaco è un'impronta personale vera e propria ma, a differenza del riconoscimento facciale o della lettura delle impronte, non è falsificabile in alcun modo. Dunque, è assai più sicura e affidabile, con un indice di precisione superiore al 95%.

Questo però non significa che Jetson sia una tecnologia perfetta, tutt'altro perché non mancano le criticità. ‎ Allo stato attuale ad esempio è in grado di rilevare le vibrazioni superficiali anche attraverso i vestiti, ma solo se leggeri. Passa attraverso una maglietta estiva insomma, non attraverso un cappotto invernale. Jetson inoltre è lento, e impiega circa 30 secondi per raccogliere tutti i dati necessari, quindi può essere utilizzato solo se il soggetto è fermo, o seduto. Infine, la sua efficienza dipende ovviamente dalla disponibilità di un database affidabile.

I suoi utilizzi comunque non riguardano solo la sicurezza. Secondo il MIT ad esempio potrebbe essere utilizzato negli ospedali per controllare il battito cardiaco senza dover toccare il paziente, monitorandone anche i segni vitali a distanza.‎