Sul campo

Recensione - Test della Pentax MX-1, compatta ad alte prestazioni dotata di luminoso zoom ottico 4X e sensore retroilluminato da 1/1,7 pollici, che colma il gap tra le compatte e le reflex del marchio.

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a cura di Tom's Hardware

Sul campo

La MX-1 XZ-2 mette a disposizione le classiche modalità PASM unite a una serie di programmi dedicati ai meno esperti: la "zona verde", Auto picture e una modalità Scene. Una posizione sulla ghiera dei programmi è dedicata alla modalità HDR, e non manca una posizione "User" personalizzabile.

La mancanza di una seconda ghiera rende macchinoso l'utilizzo del programma di scatto manuale, ma si tratta in generale di un programma di utilizzo sporadico, specialmente su una compatta con limitate capacità di teleobiettivo, ragion per cui non consideriamo questo un grosso difetto.

Più sostanziale invece la critica movibile alle forme della fotocamera: l'assenza di impugnatura rende lo scatto meno confortevole, e la particolare forma (122 mm di larghezza sono un primato per la categoria) ne fa una compatta meno tascabile di altre dirette concorrenti.

Operativamente, la MX-1 risulta semplice ed efficace da utilizzare sul campo (la ghiera di compensazione a portata di mano consentirebbe di fatto di lavorare sempre in P, mantenendo comunque il controllo sull'esposizione dell'immagine). La messa a fuoco è rapida, e perlopiù sicura nell'agganciare il soggetto anche in condizioni difficili, mentre in condizioni di buona luce risulta pressoché infallibile. La funzione di riconoscimento del volto svolge il suo compito senza problemi.

Anche della velocità dello zoom non ci si può lamentare, in parte grazie all'escursione ridotta. C'è però da dire che uno zoom a "singola velocità" come questo non può che cercare un compromesso tra precisione e rapidità, mentre uno zoom progressivo avrebbe consentito di avere entrambe le cose.

Sempre a proposito di prestazioni, bisogna segnalare inoltre come la rapidità di scatto non sia il punto forte della MX-1. Fino a che si lavora in JPEG, il tempo di scrittura (circa 2 secondi) è sopra la media ma non tale da infastidire o inibire la possibilità di nuovi scatti, ma lavorando in RAW il tempo di scrittura sale a circa 5 secondi e questo sì può risultare fastidioso, anche in settori dove non è richiesta grande reattività come la ritrattistica.

Pur tenendo conto di questi piccoli difetti, l'utilizzo pratico della MX-1 risulta piacevole grazie all'ottica luminosa che, alla pari della XZ-2, offre un'apertura pressoché costante sull'intero range focale (f/1.8-f/2.5). Si ha così un buon controllo sulla profondità di campo anche nell'intorno dei 100mm, che è poi la focale più gettonata per il ritratto, e di conseguenza la possibilità di cimentarsi in generi fotografici che a molte altre compatte sono preclusi. Più in generale, si ha sempre la piacevole sensazione che la fotocamera assecondi il fotografo, offrendo prestazioni consistenti anziché vantare specifiche straordinarie che poi si rivelano inutilizzabili nel quotidiano. Questo, come vedremo tra poco, riguarda anche la consistenza della qualità ottica.