Per mettere 10 km di fibra ci vogliono 23 permessi

Asstel conferma i nodi burocratici che rallentano lo sviluppo della rete in fibra. Si parla di un'autorizzazione ogni 432 metri di cavo.

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a cura di Dario D'Elia

La posa di 10 km di fibra ottica richiede 23 permessi. Questo è il macigno della burocrazia sulle spalle degli operatori delle telecomunicazioni e di conseguenza sui tempi di sviluppo della rete.  "Abbiamo un gran bisogno di semplicità", ha confermato Dina Ravera, presidente di Asstel, l'associazione di categoria, a Massimo Russo de La Stampa.

trincea
Se a un Comune parli di minitrincea...

"Significa da una parte favorire con una serie di semplificazioni normative le opere d'infrastrutturazione, dall'altra far sapere a cittadini e imprese quali vantaggi e benefici potranno trarre dalle nuove reti. Occorre fugare il rischio che la burocratizzazione soffochi lo sviluppo, e introdurre nel sistema strumenti facili e convincenti per accelerare e incoraggiare la 'conversione al digitale' di cittadini e imprese".

Le stime del fardello burocratico sono eclatanti: ci vuole un'autorizzazione ogni 432 metri di cavo. E dire che con l'introduzione delle cosiddette minitrincee ogni limite tecnico sembrava essere stato superato. Oggi basta uno scavo profondo 40 cm e del diametro di 10 per posare le canaline e richiudere tutto nell'arco di poche ore. Gli operatori hanno aspettato due anni per le norme ad hoc, ma pare che i Comuni continuino a richiedere i medesimi permessi previsti per gli scavi tradizionali riguardanti la posa dei tubi di gas e fognature. A questi vanno aggiunti gli eventuali ok di Anas, uffici, Arpa, Asl, enti provinciali, privati, etc.

Come se non bastasse le amministrazioni della PA per tutelarsi dal rischio danni chiedono fidejussioni che possono arrivare fino a 4 milioni di euro per 10 chilometri. Una volta terminati i lavori le garanzie non vengono sbloccate e così le aziende si ritrovano con problemi finanziari.

burocrazia

Al solito l'azione dei comuni non è uniforme. Dove ci sono amministratori illuminati le attività proseguono lisce; dove ci sono incompetenti tutto si ferma. E non è neanche un discorso di regioni povere o ricche, Nord o Sud. Se a Parabita, in provincia di Lecce, le autorizzazioni sono state una veloce formalità. In altri Comuni pugliesi, a qualche centinaio di km, non c'è stato modo di far partire nulla.

Il paradosso italiano è che oggi la Calabria, secondo le stime I-Com, è la regione più cablata d'Italia con il 64% delle abitazioni e il 50% dei Comuni coperto. In Puglia si parla del 26% delle abitazioni e il 4,7% del Comuni.

Per rispettare gli impegni di Europa 2020 - 100% della popolazione a 30 Megabit e 50% della popolazione a 100 Megagit – quanti permessi ci vorranno?