Perché Meta minaccia di togliere Facebook e Instagram alla UE?

Meta "minaccia" di togliere Facebook e Instagram alla UE se non sarà aggiornato il trattamento dei dati oltreoceano: tutti i dettagli.

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a cura di Francesca Fenaroli

Nelle ultime ore è arrivata come un fulmine a ciel sereno l'intimazione da parte di Meta all'Unione Europea: se la legislazione in materia di trasferimento oltreoceano dei dati personali non sarà modificata, la compagnia si vedrà costretta a togliere ai Paesi UE alcuni dei suoi servizi principali tra cui Instagram e Facebook.

La questione, ovviamente, è più complessa di quanto possa sembrare. Certo è che le parole dell'azienda di Mark Zuckerberg, espresse in apertura al report annuale consegnato alla Securities and Exchange Commission (SEC), la più alta autorità nella regolamentazione dei titoli finanziari negli Stati Uniti, suonano inaspettatamente dure:

"Se non siamo in grado di trasferire i dati tra e tra i paesi e le regioni in cui operiamo, o se siamo limitati dalla condivisione dei dati tra i nostri prodotti e servizi, potrebbe influenzare la nostra capacità di fornire i nostri servizi, il modo in cui forniamo i nostri servizi o la nostra capacità di indirizzare gli annunci, che potrebbe influenzare negativamente i nostri risultati finanziari".

Nel caso dell'Unione Europea il fattore che limita fortemente le compagnie con sede negli Stati Uniti nel trasferimento e nell'elaborazione di dati oltreoceano era il cosiddetto "Privacy Shield", ovvero lo Scudo UE/USA per la privacy, un accordo siglato nel 2016 per il trattamento dei dati personali sulle due sponde dell'Atlantico che imponeva alle imprese americane obblighi molto stringenti in materia di tutela della privacy.

Il Privacy Shield è tuttavia stato dichiarato inadeguato dalla Corte di giustizia dell'Unione Europea a luglio 2020 in seguito a molteplici violazioni delle direttive di protezione dei dati personali.

Un nuovo provvedimento è in cantiere già da tempo, ma nei fatti sono quasi due anni che la regolamentazione dei dati personali tra UE e USA è a un punto di stallo, con le aziende come Meta costrette a fare affidamento ad accordi ad personam (le cosiddette Standard Contractual Clauses, SCC) per poter continuare a immagazzinare dati provenienti dall'Unione Europea.

L'ultimatum da parte di Meta, nel quale si mette direttamente in pericolo l'utilizzo di Facebook e Instagram, due dei social network più utilizzati in Europa, arriva proprio in relazione al vuoto legislativo ancora irrisolto in materia di trasferimento dei dati personali:

"Crediamo che una decisione finale in questa controversia possa essere emessa già nella prima metà del 2022. Se un nuovo sistema di trasferimento dati transatlantico non sarà adottato e non potremo continuare ad affidarci agli SCC o ad altri mezzi alternativi per il trasferimento dei dati dall'Europa agli Stati Uniti, probabilmente non saremo in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più significativi, tra cui Facebook e Instagram, in Europa, il che influenzerebbe materialmente e negativamente la nostra attività, la condizione finanziaria e i nostri risultati operativi".

Quindi no, non ci sono almeno in apparenza interessi strategici o politici espliciti a spingere Mark Zuckerberg e la sua azienda a oscurare i suoi servizi principali in un mercato redditizio come quello europeo, peraltro con perdite significative dal punto di vista finanziario. A rimarcare la posizione e le motivazioni di Meta è Nick Clegg, VP of Global Affairs and Communications dell'azienda, consultato a proposito dalla testata britannica City AM.

Nel suo intervento Clegg non ritratta il contenuto nel report né i toni utilizzati da parte dell'azienda, ma è attento a circoscriverlo alla "mancanza di trasferimenti di dati internazionali, sicuri e legali" che, in mancanza di provvedimenti mirati, "danneggerebbe l'economia e ostacolerebbe la crescita delle imprese basate sui dati nell'UE" proprio mentre il mondo sta rialzando la testa nella lotta alla pandemia.

Sulla stessa posizione si attesta un secondo portavoce di Meta, rimasto anonimo, che ha rilasciato alla stampa ulteriori precisazioni dopo che i contenuti del report avevano sconvolto gli utenti di Instagram e Facebook:

"Non abbiamo assolutamente alcun intento e nessun piano per ritirarci dall'Europa, ma la semplice verità è che Meta, così come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, si basa sul trasferimento di dati tra l'UE e gli Stati Uniti per operare servizi globali. [...] Fondamentalmente, le aziende hanno bisogno di regole chiare e globali per proteggere i flussi di dati transatlantici a lungo termine, e come più di 70 altre aziende in una vasta gamma di settori, stiamo monitorando da vicino il potenziale impatto sulle nostre operazioni europee man mano che questi sviluppi avanzano".
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