Perché regalare le frequenze TV? 16 miliardi aiuterebbero

Il tema del beauty contest del digitale terrestre è caldissimo: perché le casse dello Stato dovrebbero rinunciare a miliardi di euro? Se lo domandano un po' tutto, e fondamentalmente senza Berlusconi l'argomento non sembra più un tabù.

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a cura di Dario D'Elia

Perché non trasformare il beauty contest del digitale terrestre in una vera e propria asta? La politica e la stampa in questi giorni si interroga su nuovi modi per fare cassa, e quella di regalare 6 multiplex per il digitale terrestre sembra sempre di più una follia. Secondo le stime potrebbe fruttare almeno 16 miliardi di euro, anche se l'ex presidente Silvio Berlusconi sostiene che "una gara sulle frequenze potrebbe essere disertata da molti".

Detta tutta, saltato il tappo del Governo precedente parlare di favori all'industria televisiva sembra un'eresia. "Temo che il problema siano i contenuti più che il costo delle frequenze visto che si è sviluppata così tanta concorrenza e Sky ad esempio ha rinunciato ad una gara molto onerosa", ha dichiarato Berlusconi ieri durante il meeting del Partito Popolare europeo. L'ex ministro alle Comunicazioni del PD, Gentiloni, ha colto la palla al balzo sottolineando che "il disinteresse dell'ex premier toglie ogni imbarazzo a chi voglia decidere uno stop all'operazione".

Beauty contest italiano

Secondo Luca De Biase de Il Sole 24 Ore le parole dell'ex premier potrebbero avere più significati. O crede che "non si troverebbero stranieri disposti a comprare frequenze in Italia" oppure "si augura che (l'asta) non sia a pagamento perché in quel caso si scatenerebbe forse una competizione".

Marco Pierani di Altroconsumo propende per la seconda ipotesi, e anche noi non possiamo che concordare. Sono bastati pochi anni di qualità Sky per dimostrare che Mediaset è un dinosauro con difficoltà di deambulazione. Se dovesse confrontarsi a muso duro con qualche altro broadcaster straniero la sua leadership potrebbe iniziare a scricchiolare.

Questo è un lavoro per Super Mario

In ogni caso quel che conta adesso è che le televisioni paghino il dovuto per le frequenze oppure si facciano da parte. "Come annunciato questa sera (ieri, NdR.) da Guido Scorza a ServizioPubblico Altroconsumo intende presentare istanza formale al Ministro perché, in sostanza, il governo si ravveda completamente sulla procedura del beauty contest bloccandola e avvii al suo posto un'asta pubblica come si è fatto con le frequenze per la banda larga mobile", scrive Pierani sul suo blog

"In questo modo si eviterebbe di rafforzare ulteriormente il duopolio nel contesto digitale ma, soprattutto, considerata la situazione economica del Paese e il fatto che si stanno chiedendo sacrifici a tutti i cittadini, parrebbe assurdo non chiedere a RAI e Mediaset, o alle altre aziende che vorranno partecipare all'asta, il dovuto: qualche miliardo nelle casse dello Stato non darebbe certo fastidio".