Perché una missione su Mercurio

Il progetto BepiColombo dell'Agenzia Spaziale Europea invierà due sonde orbitanti su Mercurio per scoprire i segreti dell'evoluzione del Sistema Solare. Gli strumenti italiani all'avanguardia faranno la mappatura ad alta risoluzione e stereoscopica della superficie e quella mineralogica del Pianeta.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Perché una missione su Mercurio

Il professor Flamini ci ha spiegato che l'interesse per Mercurio è alto "per il ruolo che ha avuto nella fase di formazione del Sistema Solare e per tutta una serie di aspetti che riguardano la sua stessa natura. Sebbene Mercurio sia un pianeta abbastanza inospitale perché molto vicino al Sole, ha una serie di problematiche scientifiche che gli danno una valenza molto elevata per quanto riguarda la storia di formazione ed evoluzione di tutto il Sistema Solare.

Mercurio è il Pianeta più vicino a Sole

Il Pianeta ha inoltre una densità equivalente estremamente elevata, quindi la migliore conoscenza di Mercurio consente di validare i modelli di evoluzione del Sistema Solare relativi ai pianeti interni", fra cui figura anche la Terra. Infine, ma non ultimo, "proprio perché orbita così vicino a Sole, Mercurio ha una serie di effetti collaterali sulla sua orbita che implicano anche problemi di relatività generale".

Insomma Mercurio può svelarci come si sono formati i pianeti rocciosi, fra cui rientrano anche Venere, la Terra e Marte. Sapere come si è evoluto questo gruppo di pianeti è inoltre la chiave per comprendere come si sono create le condizioni per la vita nel Sistema Solare, e forse altrove.

Cosa ci si aspetta da una missione su Mercurio?

Chiariamo subito un punto: al contrario delle missioni su Marte, quella su Mercurio non è funzionale a valutare la prospettiva di una colonia umana, a causa delle alte temperature e dell'inospitalità del Pianeta. Flamini ci spiega infatti che gli scienziati non si aspettano "di vedere strutture che possano essere legate ad effetti superficiali dovuti a un'atmosfera, quindi erosione eolica o simile, e non ci aspettiamo di vedere una situazione che possa far pensare a facili missioni umane anche in un futuro remoto".

BepiColombo

"Quello che ci aspettiamo di vedere e soprattutto di capire è se Mercurio ha avuto un'evoluzione molto rapida ed è diventato velocemente un pianeta morto, oppure se Mercurio ha ancora un po' di attività dal punto di vista planetario, quindi se c'è ancora presenza di lava endogena o attività di altro genere che possono far prefigurare un pianeta ancora in evoluzione".

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"Soprattutto vorremmo comprendere se nella sua prima fase di vita, quando sicuramente era ancora attivo, Mercurio ha avuto una storia di evoluzione contemporanea o meno a quella della Luna. Ancora di più vorremmo capire qual è la sua struttura interna e quindi se i nostri modelli di evoluzione e accrescimento sono corretti. In questo caso sarebbe confermato che il sistema solare si è formato nella sua parte iniziale con i pianeti interni rocciosi perché la pressione del vento solare - che era molto attivo - ha portato via buona parte dei materiali leggeri. Oppure se Mercurio non è nato lì dove si trova, ma è arrivato lì migrando da altre parti del Sistema Solare".