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a cura di Elena Re Garbagnati

Ieri una piccola perdita di pressione sulla ISS ha movimentato la giornata degli astronauti in missione. La piccola emergenza non ha causato rischi per gli astronauti, e dopo le indagini è stata eseguita una riparazione che ha mantenuto la pressione stabile. Nel corso della notte i centri di controllo di terra di Stati Uniti e Russia hanno tenuto i dati sotto controllo per accertarsi che i valori restino nella norma.

I controllori di terra hanno notato un lento calo della pressione la notte del 29 agosto, ma non era allarmante quindi si è atteso che tutti si svegliassero per comunicare l'anomalia e dare mandato di mobilitarsi alla ricerca della possibile causa.

Souys agganciata alla ISS

Souyz agganciata alla ISS. Crediti: NASA/Space.com

Gli astronauti hanno trascorso la mattinata a indagare e hanno individuato la causa in un foro di circa due millimetri di diametro nel compartimento orbitale della Soyuz MS-09 collegata al modulo Rassvet, noto anche come Mini Research Module o MRM-1, del segmento russo della stazione, da cui c'era una minima fuoriuscita di aria. Il compartimento orbitale è la parte superiore del veicolo spaziale in cui l'equipaggio siede durante i voli da e verso la stazione spaziale. La Soyuz MS-09 era attraccata alla stazione spaziale a giugno con sei membri dell'equipaggio 56/57, che dovrebbero rientrare sulla Terra a dicembre con lo stesso veicolo spaziale.

Il comandante Sergey Prokopyev di Roscosmos ha usato resina epossidica (un tipo di resina usata come sigillante) e una garza per tappare il foro, e ha effettuato diversi controlli con gli ultrasuoni per accertarsi che non fuoriuscisse più aria dal foro. I controllori di volo del Johnson Space Center della NASA  e del Centro di controllo di Mosca hanno dato mandato all'equipaggio di far rilasciare un po' d'aria dal serbatoio di ossigeno pressurizzato presente sul veicolo spaziale Progress 70, per riportare l'ambiente alla normale pressione.

ISS con le navicelle Soyuz agganciate crediti NASA

ISS con le navicelle spaziali agganciate. Crediti: NASA

I controllori di terra hanno poi monitorato la pressione per accertarsi che la riparazione fosse efficace. La nottata è stata trascorsa come al solito, e se non interverranno altri allarmi oggi gli astronauti seguiranno il programma standard di lavoro.

L'Agenzia spaziale europea ha diffuso una nota in cui sottolinea che "l'equipaggio è sano e salvo, con settimane di aria nelle riserve della Stazione Spaziale Internazionale". La NASA aggiunge che "per tutto il giorno l'equipaggio non è mai stato in pericolo, e per il resto della giornata non sono stati presi ulteriori provvedimenti".

Ovviamente è già stata convocata una commissione d'indagine, a cui serviranno anche le foto della riparazione scattate dagli astronauti. È presto per determinare con assoluta certezza che cosa ha provocato il foro di 2 mm. Inizialmente Dmitry Rogozin, direttore generale di Roscosmos, ha dichiarato a Sputnik News che il buco "si pensa sia causato da un micrometeorite", un minuscolo frammento di roccia spaziale.

Potrebbe essere attendibile anche l'ipotesi che il colpevole sia un piccolo frammento di detrito orbitale: ricordiamo che spesso la stazione spaziale deve correggere la sua orbita per evitare collisioni con pezzi di spazzatura spaziale. In entrambi i casi è da segnalare che la stazione spaziale dispone di schermatura che la protegge da impatti con micrometeoriti, ma non è chiaro se anche la navicella Soyuz ne sia dotata.

Centro di controllo di MoscaCentro di controllo di Mosca. Crediti: Roscosmos

John Crassidis,  ingegnere aerospaziale dell'Università di Buffalo, ha spiegato a Space.com che in linea generale esiste anche una terza ipotesi, ossia una perdita di tenuta causata da una valvola non funzionante. Tuttavia, la presenza di foro di 2 mm fa pensare di più a un impatto (che non è inusuale), anche se a suo avviso "la dimensione di 2 mm è insolita, e il fatto che il foro abbia trapassato il rivestimento è molto insolito" perché in genere gli impatti micrometeoroidi causano solo abrasioni, a patto che però ci sia la schermatura protettiva. 


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