Pericolo droni per gli aerei? Una paura immotivata

Si discute sulla pericolosità dei droni per gli aerei e, stando a uno studio, il pericolo sarebbe minore di quanto pensato, tanto che si potrebbero rilassare le regole vigenti.

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a cura di Manolo De Agostini

Spesso il cinema ci presenta un futuro fatto di macchine volanti, ma molto probabilmente i nostri cieli saranno affollati a causa del via vai di droni. Noi continueremo ad avere ruote e piedi ben saldi a terra per molto tempo. Pensate ad Amazon e ai suoi esperimenti per la consegna di pacchi a distanza usando i droni: le autorità che regolamentano il volo al momento guardano con sospetto all'emergere di questo tipo di commercio, ma ogni divieto e perplessità prima o poi cadrà. Il progresso non si ferma.

Uno studio della George Mason University corre in soccorso dei dronisti mondiali e rassicura sul pericolo di incidenti, almeno con gli aerei, un tema su cui spesso si dibatte. Secondo lo studio le autorità potrebbero allentare le regole che riguardano l'uso privato di droni. Eli Dourado, research fellow dell'ateneo, ritiene che il pericolo di incidenti tra aerei e uccelli sia maggiore, potenzialmente, di quello tra aerei e droni.

drone amazon

Lo studio è partito controllando un database della FAA (Federal Aviation Administration) sugli impatti tra volatili e aerei. A questi dati i ricercatori hanno aggiunto una stima di 10 miliardi di uccelli presenti sul territorio statunitense. Poi hanno rivolto la loro attenzione al tempo che gli uccelli spendono in volo e il luogo in cui si sono verificati gli incidenti. Infine hanno guardato il peso medio delle specie coinvolte.

Il risultato è che "un drone di due chilogrammi dovrebbe causare un danno ogni 187 milioni di anni di funzionamento continuo", ha affermato Dourato. In poche parole, con un milione di droni in volo continuo nei cieli dovrebbe verificarsi un incidente serio ogni 187 anni. La stima, anche se in qualche modo scientifica, ha dei limiti.

Gli uccelli sono più soffici e hanno più probabilità di finire schiacciati al momento dell'impatto, mentre i droni sono in plastica e metallo. Gli uccelli hanno però anche maggiori probabilità di essere incontrati in stormi, con il pericolo di risucchiarne parecchi nei motori. La ricerca non tiene conto della possibilità che qualcuno provi a colpire intenzionalmente un aereo con un drone, ma è uno scenario difficilmente controllabile.

La Federal Aviation Administration statunitense sta quindi prendendo in considerazione la possibilità di permettere a un drone di 2 chilogrammi di operare in modo più o meno non regolamentato, fintanto che rimane lontano da un aeroporto. Dourado l'ha definito "un buon approccio" ma ritiene si possa fare di più.

drone vs aquila

Considerazioni simili dovrebbero essere oggetto di dibattito anche da altri paesi, e per quanto riguarda l'uso in prossimità degli aeroporti, abbiamo visto che in Olanda stanno sperimentando l'uso di aquile anti-drone. In Italia, negli aeroporti di Bari e Brindisi per fare degli esempi, ci si avvale già di aquile e falchi per liberare le piste di volo e le aree di manovra dall'inopportuna presenza di volpi, selvaggina e volatili. La possibilità che possano intervenire contro droni di piccole dimensioni è quindi nelle cose.

D'altronde l'interesse per questi oggetti monta giorno dopo giorno con fiere ad hoc come la Roma Drone Conference che si svolgerà mercoledì prossimo 23 marzo a Roma presso l'Auditorium della Link Campus University. Si parlerà, tra le altre cose, del programma per l'Airport Test Bed, la nuova struttura nazionale per la sperimentazione dei droni a Grottaglie (Taranto) di cui vi abbiamo parlato nelle scorse ore. E poi appuntamento a ModenaFiere, il 30 settembre-1 ottobre, per la terza edizione di Dronitaly.

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