Petrolio in mare rimosso con il magnetismo

Quando il petrolio finisce in mare toglierlo è difficilissimo e arginare il danno ambientale è un'impresa disperata. Per questo è di grande interesse un'idea sviluppata in Australia e basata sul magnetismo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ogni anno dobbiamo affrontare disastri ambientali di ogni genere, e tra questi gli sversamenti di petrolio sono probabilmente tra i peggiori. Una volta che il petrolio è in mare, infatti, rappresenta una pericolosa minaccia per tutta la vita marina.

Sarebbe ovviamente necessario prevenire certi incidenti, ma ora c'è quella che sembra una buona idea per intervenire a posteriori. Presso l'Università di Wollongong (Australia) è stato infatti sviluppato un nanomateriale che rende magnetico il petrolio. Dopodiché è relativamente facile raccoglierlo usando una calamita.

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L'idea del dottor Yi Du è quella di usare particelle (25 nm) di ossido di ferro che si legano al petrolio. Si potrebbero spargere sull'area di mare contaminata e sarebbero in grado di "agganciare" tanto la parte leggera del petrolio, che galleggia, quanto quella più pesante che affonda.

"Poi delle navi equipaggiate con magneti potrebbero muoversi intorno alla macchia e tutto il petrolio sarebbe assorbito e raccolto tramite i magneti", spiega Yi Du. È un'idea promettente, che sembra quasi troppo bella per essere vera, ma andrà verificata sperimentalmente – come ricorda Orlin Velev dell'Università del North Carolina.  

Il prossimo passo sarà estendere i test in ambienti chiusi, e nei prossimi mesi i ricercatori dell'università australiana chiederanno i permessi per fare prove in mare aperto.