Piccoli robot Transformers già funzionanti grazie al MIT

Al MIT è stato realizzato un piccolo robot basato su magneti e senza parti meccaniche che può cambiare forma e comportamento. Il primo passo verso i Trasformers?

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a cura di Manolo De Agostini

Al MIT si lavora per realizzare robot riconfigurabili, capaci di assumere qualsiasi tipo di forma. Avete presente i Trasformers? In un certo senso si tratta di qualcosa di simile, anche se siamo lontanissimi da un traguardo simile. Il dispositivo realizzato dagli ingegneri dell'ateneo - Neil Gershenfeld, Ara Knaian e Kenneth Cheung - non sembra un granché a prima vista, ma la tecnologia usata apre scenari molto interessanti.

Milli-moltein, questo il suo nome, fonde componenti delle dimensioni di alcuni millimetri con un design motorizzato ispirato alle proteine, che si legano tra loro in forme molto complesse. "Questo minuscolo robot può essere il precursore di dispositivi che potranno ripiegarsi in qualsiasi forma immaginabile".

Costituito da un nastro continuo e senza parti in movimento, questo piccolo robot ha richiesto un nuovo tipo di motore, che hanno ribattezzato elettropermanente, che non solo è piccolo e forte, ma è anche in grado di mantenere la propria posizione in assenza di energia. Il motore è simile in linea di principio agli elettromagneti giganti usati per sollevare le automobili dai demolitori, nel quale un potente magnete permanente (che non necessita di alimentazione) è abbinato a un magnete più debole.

In questa versione in miniatura, una serie di magneti permanenti è accoppiata a elettromagneti posti in forma circolare, in grado di controllare l'anello di acciaio che li circonda. L'innovazione principale, ha spiegato Knaian, è che non richiedono energia né nello stato on che in quello off, ma solo durante il cambiamento di stato, riducendo così i consumi al minimo.

Il robot è stato progettato basandosi su un principio ipotizzato da Cheung, altri professori del MIT e studenti, secondo cui matematicamente è possibile realizzare qualsiasi forma tridimensionale legando insieme un sufficiente numero di lunghe stringhe.

Gershenfeld ha dichiarato che il robot rappresenta anche un nuovo modo per "trasformare i dati in cose", e l'obiettivo finale è quello di digitalizzare i materiali in modo che possano plasmare sé stessi, piuttosto che essere prodotti dall'uomo. Questo, secondo il ricercatore, sarebbe il massimo in termini di materia programmabile, in cui le macchine imitano la vita e si riproducono come fanno le cellule in biologia.

Ciò che rende diverso il milli-motein rispetto ad altri progetti simili è che non si tratta solo di un dispositivo che può cambiare forma, ma può modificare anche comportamento, quasi come un virus che muta geneticamente. Gershenfeld ritiene possibile che più robot possano collegarsi tra loro fino ad assumere una dimensione umana: "la biologia è la prova esistente che questo è possibile", ha concluso il ricercatore.