Piratano Checco Zalone, il giudice oscura un social network

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha ordinato l'oscuramente di VKontakte, un social network russo, per colpa di contenuti protetti da copyright.

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a cura di Pino Bruno

Un social network oscurato per ordine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. In Russia VKontatke è tra le reti sociali più frequentate, con più di 160 milioni di utenti. Funziona più o meno come Facebook. La voce di Wikipedia che riguarda VKontakte è stata aggiornata: "In Italia, il 18 novembre 2013 viene bloccato insieme ad altri 9 siti internet dalla procura di Roma per violazione del Copyright". Noi di Tom's siamo stati tra i primi, ieri, a darne notizia.

La Procura di Roma non ha comunicato i dettagli della decisione, che si è appresa indirettamente, quando Fastweb, sulla sua pagina Facebook, ha risposto a un utente. Ulteriore conferma dall'"Osservatorio sulla censura di Internet in Italia", con l'elenco di altri siti oscurati.

Tutto è partito dall'ultimo film di Checco Zalone: Sole a catinelle

A quanto pare, fa sapere il sito russo Siliconrus.com, la magistratura romana avrebbe agito dopo un esposto di Medusa Film, perché sul social network russo circolava una copia pirata della pellicola di Checco Zalone e Gennaro Nunziante "Sole a catinelle", record di incassi nelle sale italiane.

È evidente la differenza tra un social network come VKontakte e siti nati per veicolare contenuti protetti dal diritto d'autore. Se si oscura un'intera rete sociale perché un utente ha commesso un illecito, Facebook o Twitter rischierebbero la chiusura ogni giorno.

La libertà in rete e della rete è tema delicato. La legittima tutela del copyright e la lotta alla pirateria non possono giustificare la censura. Proprio ieri, nel giorno in cui la Procura di Roma oscurava VKontakte, il relatore speciale delle Nazioni Unite per la Promozione e Tutela della Libertà di Informazione, Frank La Rue, era in Italia per parlare di norme antipirateria.

La risposta di Fastweb a un utente non lascia spazio a interpretazioni

La magistratura deve combattere senza indugi la filibusteria digitale, ma senza fare di tutt'erba un fascio. Una cosa è la rimozione selettiva, chirurgica, dei contenuti illeciti e delle opere digitali diffuse in violazione del diritto d'autore, un'altra è l'oscuramento di un social network. Questi incidenti di percorso non dovrebbero accadere in un paese democratico.