Pirate Pay è l'arma letale contro il file sharing BitTorrent

Con i finanziamenti di Microsoft e una tecnologia proprietaria in grado di bloccare il flusso dei processi di BitTorrent, l'azienda russa Pirate Pay si candida come il nemico numero uno del download illegale di contenuti dalla Rete. Il primo esperimento con un film di Walt Disney ha impedito in 30 giorni 45mila tentativi di scaricamento illegale.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il file sharing e il download illegale potrebbero avere vita difficile. L'ennesimo ostacolo è una tecnologia messa a punto da Pirate Pay, una piccola azienda russa che ha sviluppato un programma in grado di impedire agli utenti di scaricare materiali protetti da copyright mediante file-sharing

Grazie anche a un finanziamento di 100mila dollari da parte di Microsoft, l'azienda, composta da sette persone, ha avviato lo scorso dicembre una sperimentazione che prevedeva il blocco per 30 giorni consecutivi dei tentativi di download illegali del film Disney "Vysotsky. Thanks to God, I am alive".

Pirate Pay è il nuovo nemico del file sharing illegale

Non è chiaro quante copie siano state scaricate, quel che è certo è che sono stati bloccati con successo 44.845 tentativi. Il programma creato da Pirate Pay consente in sostanza di interrompere il flusso dei processi di BitTorrent: un effetto collaterale di un software per la gestione del traffico che i tre fondatori avevano creato nel 2009 per un provider locale di servizi Internet. Ben presto i ragazzi si resero conto delle opportunità impreviste, ma potenzialmente enormi, del loro lavoro e iniziarono a proporsi come paladini per la tutela della proprietà intellettuale.

Andrei Klimenko, amministratore delegato e fondatore di Pirate Pay, ha infatti spiegato al sito russo RBTH che "dopo aver creato il prototipo, abbiamo capito che potevamo usarlo per evitare che i file venissero scaricati, il che significava che il programma prometteva di contribuire alla lotta contro la diffusione di contenuti piratati".

Microsoft è stata fra le prime aziende a capire il potenziale di Pirate Pay, ma presto anche colossi come Sony e Walt Disney hanno iniziato a supportarla. Sembra che le case cinematografiche abbiano finora versato parcelle fino a 50.000 dollari per beneficiare di questo moderno sistema antipirateria.

I fondatori di Pirate Pay

Le informazioni sul funzionamento della tecnologia sono frammentarie perché Kilmenko non ha voluto svelare troppi segreti, ma si è limitato a spiegare di avere "usato un certo numero di server per stabilire una connessione con i client P2P che distribuivano il film. A questo punto è stato creato del traffico specifico per confondere i client sugli indirizzi IP da servire e ottenere così che si disconnettessero l'uno dall'altro".

Al momento i costi di sviluppo sono elevati quindi sembra che l'azienda non si stia arricchendo, ma le prospettive sembrano ottime, considerato che il problema della violazione del copyright in Russia è estremamente grave, e c'è una significativa pressione internazionale sul governo affinché reprima in modo efficace il fenomeno dilagante della pirateria. È ormai dimostrato che cercare di fare leva sulla responsabilità legale o sulla coscienza degli utenti non porta alcun risultato, per questo il lavoro di Pirate Pay ha attirato l'attenzione di grandi marchi al di fuori della Russia.