Pirateria, chi spia gli italiani e aggira magistratura e AGCOM?

Il sistema anti-pirateria italiano si regge sui dati raccolti da società specializzate in spionaggio online. AGCOM pare all'oscuro di tutto.

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a cura di Dario D'Elia

"Loro" sanno (quasi) tutto. Conoscono i nostri indirizzi IP e quelli di ogni sito pirata. Forse riescono anche a localizzare. Sanno se scarichiamo musica, film o qualsiasi altro contenuto. Quando lo facciamo e in quale quantità. Sono le società che lavorano per gli intermediari assunti da detentori di copyright, major, network televisivi, chi ha interesse a proteggere le proprie opere. E tutto questo avviene anche in Italia. Non c'è anonymizer, VPN o CloudFare che tenga.

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Una sorta di Spectre

Non è ancora chiaro quali siano gli strumenti tecnici adottati, ma la pioggia di lettere che sta bombardando i piccoli provider dalla primavera del 2014 - quando è entrato in vigore il regolamento anti-pirateria dell'AGCOM - non è casuale. Si è creato un sistema che qualcuno potrebbe definire privatistico. Società specializzate stanno sostituendo la magistratura e anche il Garante delle Comunicazioni in un'attività di dubbia legalità.

Tom's Hardware ha potuto visionare una serie di comunicazioni ufficiali scambiate tra alcune società intermediarie e i provider. Nel primo caso si legge la richiesta al provider di rispettare i sequestri preventivi "di siti, relativi alias e nomi di domini presenti e futuri rinviati ai siti medesimi", nel rispetto dei decreti della magistratura. È un'anomalia che si è manifestata a causa di un corto circuito nelle comunicazioni dell'AGCOM.