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a cura di Alessandro Crea

Parla di "rinascimento tecnologico" il co-fondatore di Google Sergey Brin facendo riferimento agli incredibili sviluppi nel campo dell'intelligenza artificiale, che definisce questa "nuova primavera dell'IA" come lo sviluppo tecnologico più importante della sua vita. Ma se gli avanzamenti che le IA hanno reso possibili stanno rivoluzionando il nostro mondo non bisogna sottovalutarne i pericoli: "strumenti così potenti portano con sé nuove domande e responsabilità". Un punto di vista ragionevole, che non sottovaluta le criticità, accecato dalle immense potenzialità a cui si accompagnano.

Brin infatti fa riferimento al consueto argomento della perdita di posti di lavoro nel prossimo futuro ma anche più concretamente ai problemi posti dallo sviluppo delle auto a guida autonoma.

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Insomma il co-fondatore di Google non evoca scenari apocalittici di IA che prendono il potere in stile Skynet ma cerca di riflettere concretamente sui possibili rischi insiti nello sviluppare una tecnologia mai vista prima nella storia dell'umanità, che entro qualche decennio potrebbe addirittura diventare sensiente e consapevole.    

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Proprio in questi giorni arriva infatti l'ennesima notizia di un nuovo, importante avanzamento conseguito in quest'ambito. Un team di ricercatori del MIT sarebbe riuscito a replicare in parte il funzionamento della corteccia cerebrale umana durante l'ascolto, consentendo a una rete neurale di poter analizzare il parlato e persino la musica così come facciamo noi, comprendendo cioè il contesto di un discorso o riconoscendo il genere di un brano anche dopo pochi secondi, in un ambiente rumoroso. Questa capacità non è fine a sè stessa ma consentirà di mettere a punto algoritmi di deep learning in grado di consentire alle IA del prossimo futuro un'interazione più naturale e "umana", simile a quella vista nel film Her per capirci, in cui cioè interagiremo in maniera semplice e diretta, come se parlassimo con un altro essere umano.

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Ma se il futuro ci riserva meraviglie (e forse anche pericoli), la situazione attuale degli assistenti digitali com'è? Ad appurarlo ci ha pensato uno studio di Stone Temple, che ha coinvolto Google Assistant (sia nella versione per smartphone che per Google Home), Alexa, Cortana e Siri.

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I ricercatori hanno posto alle varie AI ben 4952 domande sugli argomenti più disparati, registrando per ciascuno degli assistenti quante volte ha risposto verbalmente, quante non ha capito la domanda, quante ha cercato di rispondere fornendo però una risposta errata, se la risposta proviene da un database come Knowledge Graph o da una fonte di terze parti come Wikipedia. Il risultato per alcuni potrà essere inaspettato. Al primo posto infatti si è classificato Google Assistant, che ha dato il maggior numero di risposte esatte, mentre all'ultimo troviamo Apple Siri, che conferma così come il primo assistente digitale della storia sia anche quello che si è evoluto meno negli anni.

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Al secondo posto invece c'è a sorpresa Microsoft Cortana, con un numero di risposte esatte molto vicino a quello di Google Assistant e un numero minore di risposte palesemente errate. Cortana inoltre è l'unica ad aver migliorato il numero di risposte complete esatte rispetto all'anno precedente, mentre Alexa e Siri l'hanno addirittura diminuito.


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