Pizza cotta a puntino? All'IA del MIT basta un'occhiata per dirlo

Al MIT hanno messo a punto un'IA in grado di seguire una serie di istruzioni e preparare un prodotto finito. Le potenzialità per l'industria domestica sono enormi, ma i ricercatori hanno deciso di sperimentare a partire dalla pizza.

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a cura di Alessandro Crea

Si chiama PizzaGAN ed è un'IA messa a punto dal CSAIL (Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory) del MIT in collaborazione col Qatar Computing Research Institute e il nome non è affatto casuale. PizzaGAN infatti è una rete neurale di tipo antagonista generativa (Generative Adversarial Network) pensata per riconoscere dalle immagini di una pizza gli ingredienti che la compongono, la loro distribuzione e il giusto punto di cottura. Una soluzione con potenzialità enormi per l'industria domestica e culinaria.

Quando pensiamo infatti alle soluzioni di automazione per le cucine solitamente pensiamo a robot, che sono semplicemente programmati per eseguire una serie di azioni in sequenza, come ad esempio nel caso del famoso robot che prepara gli hamburger. A questo genere di soluzioni non interessa minimamente se a cuocere ci sia un hamburger reale o un disco da hockey, perché ovviamente non sono in grado di distinguere l'uno dall'altro.

PizzaGAN invece è in grado di "comprendere" cosa fare a partire dalle immagini che le vengono fornite. Questo ovviamente non significa che attualmente la rete neurale sia in grado di preparare una pizza a partire da una semplice immagine, non ancora almeno, perché per quello avrebbe bisogno di essere abbinata a soluzioni robotiche. Quel che hanno fatto il MIT e l'istituto di ricerca qatariota ha però ricadute importanti perché in teoria PizzaGAN può anche aggiungere o togliere singoli ingredienti dalla ricetta di una qualsiasi pizza, ricavata a partire da una semplice foto.

"Anche se abbiamo testato il nostro modello solo nell'ambito delle pizze, siamo convinti che un simile approccio possa essere promettente anche per altri tipi di cibi compositi, come hamburger, sandwich e insalate. Inoltre, al di là del cibo sarebbe interessante verificare le prestazioni del nostro modello in ambiti assai diversi, come ad esempio in quello degli assistenti digitali per lo shopping, dov'è fondamentale riuscire a combinare abiti e accessori su diversi livelli", hanno spiegato gli sviluppatori.

Il limite comunque è solo al fantasia. Un domani ad esempio potrebbero esserci ristoranti completamente automatizzati ma in grado di adattare i singoli piatti ai gusti dei clienti, o elettrodomestici che potrebbero dirci se la pizza o l'arrosto è cotto al punto giusto.