PlayStation VR per controllare i robot spaziali della NASA

Gli operatori della NASA si stanno esercitando per controllare robot umanoidi nello spazio tramite il visore per la realtà virtuale PlayStation VR di Sony.

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a cura di Roberto Caccia

Sony e NASA stanno collaborando per creare Mighty Morphenaut, una demo per PlayStation VR che permetterà agli operatori di fare pratica sul controllo di un robot nello Spazio.

Un progetto a prima vista fantascientifico, che permetterà di ricreare l'ambiente di lavoro dell'umanoide – sostanzialmente uno Space Shuttle simulato – in modo che gli operatori possano imparare come muovere il robot per completare un'operazione o muoversi intorno agli ostacoli mantenendo una distanza di sicurezza.

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La chiave di tutto risiede negli sforzi della NASA per creare una serie di robot adatti all'esplorazione spaziale. Stiamo parlando dei cosiddetti Robonauts, umanoidi concepiti per assistere gli esseri umani - o persino sostituirli – nello Spazio.

"Uno dei vantaggi di un umanoide è che può affrontare compiti semplici, ripetitivi o particolarmente pericolosi in luoghi come la Stazione Spaziale Internazionale", spiega l'Agenzia Spaziale Statunitense. Per ora la NASA è riuscita a realizzare i robot e a farli decollare verso lo Spazio, infatti il lancio nello spazio di Robotnaut 2 è avvenuto nel 2011, ma gli scienziati stanno continuando a lavorare sui modi per controllare a distanza l'umanoide.

La demo Mighty Morphenaut, che gira su PS4, permette agli operatori di usare il visore per la realtà virtuale PlayStation VR per guardarsi in giro e prendere decisioni rapide basate sull'analisi in tempo reale dell'ambiente che circonda il robot.

Il passo successivo è il controllo dell'umanoide attraverso i controller Move per fargli imitare i movimenti dell'operatore. Il problema più grosso è la distanza fra il robot e chi lo controlla, e il lag inevitabile che ne consegue.

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Gli ultimi progressi evidenziano che la demo riesce a gestire questo ritardo introducendo una sorta di "mano fantasma" che reagisce agli input dell'operatore, con il robot che replica i movimenti successivamente. Tuttavia, con il ritardo diventa quasi impossibile anticipare il movimento di un oggetto che fluttua nello spazio e interagire con esso, per questo motivo bisognerà condurre ulteriori ricerche, includendo magari dei modi per aiutare gli utenti a predire questo tipo di movimenti.

La NASA non è nuova a sperimentazioni con la realtà virtuale per risolvere le sfide legate all'esplorazione spaziale. L'organizzazione ha infatti all'attivo progetti con l'Oculus Rift e con Microsoft HoloLens, fra gli altri, e siamo sicuri che continuerà ad approfondire l'uso di queste tecnologie per le prossime missioni. Inutile dire che non vediamo l'ora di scoprire quali saranno i prossimi sviluppi.