Poche speranze per ISON, probabilmente non ce l'ha fatta

ISON quasi sicuramente non è sopravvissuta al passaggio radente vicino al Sole.

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a cura di Elena Re Garbagnati

ISON quasi sicuramente non ha resistito al calore del Sole. Ci abbiamo sperato fino all'ultimo, quando è scomparsa dietro al Sole. Abbiamo aspettato secondi, minuti ma nulla: dopo oltre un'ora non era riapparsa. L'agenzia spaziale canadese ha twittato che bisognerà aspettare qualche ora per poter dire con certezza che ISON non c'è più. Aspettiamo, ma le speranze sono davvero poche. Lo stesso dottor Karl Battams che ha commentato la diretta Hangout della NASA ha detto di non avere visto indicazioni sul fatto che ISON sia sopravvissuta.

Questa sera gli occhi erano puntati sul telescopio spaziale SOHO, Solar and Heliospheric Observatory, e avremmo voluto vedere l'astro celeste che ruotava su se stesso e proseguiva nella sua orbita con una coda lunga milioni di chilometri.

L'ultima immagine di ISON

Invece non è riapparsa. Avevano ragione gli esperti a caldeggiare l'osservazione prima del passaggio radente al Sole (perielio), ma per gli italiani più attenti e previdenti non è stato possibile. Almeno al nord, da cui scriviamo, la scorsa settimana il cielo era coperto e le condizioni metereologiche non consentivano nemmeno un'occhiatina.

Anche se non c'è ancora la certezza ufficiale c'è già l'amaro in bocca, ma è inutile prendersela: aveva ragione David Levy, il co-scopritore della cometa Shoemaker-Levy 9 che nel 1994 si schiantò sul pianeta Giove. Quando il suo astro si disintegrò disse: "Le comete sono come i gatti: hanno la coda e fanno esattamente quello che vogliono".