Politici a casa, spazio ai computer. Si comincia

L'Intelligenza Artificiale un giorno entrerà in politica, e forse potrebbe persino prendere il posto dei politici in carne e ossa. Sono scenari futuri, mentre nel presente abbiamo un chatbot specializzato in politica che esplora l'interazione con gli umani. Succede in Nuova Zelanda.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

In Nuova Zelanda sta facendo notizia quello che potrebbe essere il primo esperimento su vasta scala di Intelligenza Artificiale applicata alla politica. Si chiama SAM e tecnicamente è un chatbot attivo su Facebook Messenger.

Dal punto di vista tecnologico non siamo di fronte a una novità assoluta, dunque, perché i chatbot sono ormai una realtà quotidiana - seppure in continuo miglioramento. Ciò che richiama l'attenzione è il taglio squisitamente politico di SAM.

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Questo BOT è infatti progettato per rispondere ai cittadini su temi politici, e promette due cose su cui i politici umani storicamente lasciano a desiderare: capacità di ascolto e di mantenere le promesse. Al momento è in grado di "conversare" su una serie di argomenti preselezionati, e dovrebbe diventare più abile mano a mano che i dati si accumulano; quante più persone parlano con SAM, in altre parole, e più brava diventa. Ci può parlare chiunque lo desideri, basta visitare il suo profilo.

L'idea generale è di creare "il primo politico virtuale del mondo, guidato dal desiderio di colmare la distanza tra ciò che desiderano gli elettori e ciò che promettono i politici, e ciò che ottengono davvero". Una promessa bellissima in effetti, da politico navigato.

Il creatore Nick Gerritsen spera che SAM si possa candidare a un incarico politico già nel 2020, speranze che con ogni probabilità andranno a infrangersi contro lo scoglio legislativo. Né la Nuova Zelanda né altri paesi del mondo sono pronti ad accettare un'Intelligenza Artificiale in un ruolo simile - per quanto a Dubai si siano divertiti nel mettere in scena la cittadinanza per il robot Sophia.

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L'esperimento SAM è dunque solo un divertissement? Au contraire, è piuttosto un primo passo, un segnale - forse il più concreto - verso l'applicazione dell'AI alla politica. Un'idea che di per sé non è affatto nuova né strampalata. Anzi, con ogni probabilità entro una decina d'anni sarà all'ordine del giorno.

Non ci sono ragioni, dopotutto, per cui le attuali AI debbano restare relegate ai settori che conosciamo - automobili, banche, assicurazioni, analisi dei dati, etc. Se l'evoluzione manterrà l'attuale ritmo, infatti, presto un sindaco o un Primo Ministro potrebbe avere interesse a usare un'AI come consulente. Anzi esistono già strumenti di progettazione urbanistica che propongono l'AI come "assistente" agli amministratori locali.

Non sarà domani, certo, ma presto avremo Oracoli abbastanza efficaci da essere consulenti davvero utili a un politico. A un certo punto, poi, cominceremo a pretendere che questa consulenza abbia sempre luogo: chiederemo ai politici di tenere in considerazione il responso dell'AI, e di spiegare perché eventualmente decidono di ignorarlo.

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E poi, andando ancora più avanti nel tempo, non è da escludere l'idea di assegnare a una o più AI incarichi autonomi. C'è molta strada da fare, ma personalmente credo che potrebbe essere un bel passo avanti. Oggi scegliamo i nostri politici perlopiù per l'aspetto che hanno o per come parlano, non per la loro competenza o le loro posizioni politiche. Ci siamo abituati al fatto che promettono senza mantenere, e che preferiscono passare il tempo a litigare tra loro piuttosto che a fare cose concrete. Non è certo uno scenario ideale.

Potremmo invece avere della AI programmate secondo principi politici, diciamo i classici destra e sinistra. Quella vincente sarebbe un vero governante, incorruttibile fedele agli impegni presi, razionale, immune ai ricatti. Il lavoro per creare un AI simile sembra mastodontico, ma qualche anno fa lo sembrava anche farne una che diventasse imbattibile a Go.

Un gioco come Go non è complesso quanto la politica probabilmente, né qualsiasi altro gioco. Eppure la politica in un certo senso è un gioco, con le sue regole e i suoi sistemi. Un'Intelligenza Artificiale probabilmente potrebbe giocarci e vincere.