Polizia predittiva: a Trento il primo test ha funzionato, ora la fase operativa

eSecurity, il progetto di prevenzione del crimine basato su tecnologie predittive, a Trento ha dimostrato di poter funzionare. Ora la fase operativa.

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a cura di Dario D'Elia

A Trento si è concluso positivamente il progetto europeo "eSecurity – ICT for knowledge-based and predictive urban security". Un sistema che con ulteriori affinamenti si propone di prevenire il crimine in ambito urbano, sulla falsa riga di quanto la fantascienza (Minority Report, N.d.R.) ha lasciato intuire con le cosiddette tecnologie predittive. 

eSecurity
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Dopo 36 mesi di analisi e testne parlammo nel lontano 2013 – oggi presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento il team di ricercatori, rappresentati della Questura, della Fondazione Bruno Kessler (FBK) e del Comune hanno presentato i risultati del progetto.

"Non abbiamo creato delle mappe di rischio statiche, abbiamo costruito un sistema esperto, dinamico, automatico, per la sicurezza urbana. Per questo eSecurity è un progetto unico a livello nazionale e internazionale ed è in questa direzione che va il futuro della sicurezza urbana", ha dichiarato il coordinatore scientifico della ricerca e di eCrime Andrea Di Nicola.

"È una piattaforma informatica innovativa che aiuta le forze di polizia e gli enti locali a garantire la sicurezza sul territorio, massimizzando le risorse a disposizione. Permette di prevenire la criminalità e il disordine urbano in modo efficiente, riducendo i livelli di insicurezza della comunità e rendendo più incisiva l'azione nel settore della sicurezza urbana".

In pratica si parla di nuove tecniche e metodologie di prevenzione dei reati che si affidano all'elaborazione di dati di vario genere. Ad esempio livelli di illuminazione, tassi di criminalità, degrado urbano e sociale, variabili socio-demografiche, economiche, ambientali, territoriali, etc. Le fonti in ambito Smart City possono essere praticamente infinite.

monority report

Rispetto alla "tradizionale" polizia predittiva già sperimentata in altri paesi, ora la sfida si è postata sulla "predictive urban security".

Da rilevare che il progetto europeo, co-finanziato dalla Commissione europea con circa 400mila euro, è legato al programma ISEC 2011 "Prevention of and Fight against Crime" della Direzione Generale Migrazione e Affari Interni.

Dopo questo test potrebbe essere avviata la fase operativa. "A seconda dei contesti, le fonti di dati che potrebbero confluire nel database di eSecurity potrebbero ulteriormente arricchirsi e le potenzialità del sistema potrebbero essere utilizzate a pieno con un trasferimento in tempo reale di flussi informativi verso il sistema", ha sottolineato il coordinatore del progetto.

"Nuovi flussi informativi potrebbero poi arrivare direttamente dai cittadini, attraverso lo sviluppo di applicazioni per una sicurezza (urbana) social (eSecurity.App), dedicate e connesse al sistema informativo. Questa per noi è la seconda fase del progetto eSecurity. E inizia da domani".