Polizia veggente come in Minority Report grazie al software

Si sta diffondendo PredPol, uno strumento analitico il cui scopo è dare alle forze di polizia la possibilità di prevedere dove ci sono più probabilità che si verifichi un crimine e intervenire per tempo. L'obiettivo è ridurre i costi per la sicurezza.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La polizia del mondo può prevedere il crimine come in Minority Report. O quasi, almeno. Negli Stati Uniti, e poi nel Regno Unito e nel resto d'Europa, si sta infatti cominciando a usare PredPol, un software di analisi che macina dati ("big data" per l'esattezza) e suggerisce alle forze dell'ordine dove è più probabilmente ci saranno problemi. Ai poliziotti del caso, in teoria, basta farsi vedere in zona per evitare il compiersi del crimine. Non si tratta quindi di usare persone con poteri paranormali collegati a macchine futuristiche come aveva immaginato Philip Dick, ma di una novità che ben si adatta al mondo immaginato dallo scrittore.

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Stando ai primi esperimenti PredPol riesce effettivamente a ridurre il crimine. Una buona notizia per i cittadini, tanto per la loro sicurezza quanto per le loro tasche - visto che con questo strumento le spese per la sicurezza dovrebbero diminuire.

L'idea alla base del software è di osservare costantemente una certa area, e analizzare i dati per capire se sta per verificarsi un crimine oppure no. Come? Il software mette a confronto immagini, suoni e voci con il proprio database alla ricerca di segnali noti: sguardi, comportamenti, e altro che possano indicare l'intenzione criminale. È fin troppo evidente che il metodo non è infallibile, ma visto che generalmente lo scopo non è l'arresto ma la prevenzione, non ci dovrebbe essere pericolo di arrestare un innocente. Almeno in teoria.

Da un punto di vista tecnologico PredPol è senz'altro strabiliante, e mostra come la ricerca su tanti dati (big data, appunto) abbia portato a risultati eccezionali, soprattutto grazie all'elaborazione di software precisi e potenti, generalmente usati su sistemi cloud di proporzioni enormi. Così com'è sorprendente la semplicità dei risultati: una mappa in cui le zone rosse sono quelle più a rischio, dove la polizia sa di dover intervenire.

Restano invece altre possibili osservazioni su PredPol, che fa coppia con TrapWire, un sistema del tutto simile svelato lo scorso agosto. In entrambi i casi c'è da prendere in considerazione il modo in cui i dati sono raccolti: videocamere, microfono, e dove la legge lo permette anche monitoraggio di social network, posta elettronica, persino chiamate telefoniche.

C'è una bella differenza rispetto al raccogliere esclusivamente dati sul crimine, eventualmente generati direttamente dai cittadini con un'applicazione come iWatch. Perché questi sistemi in altre parole raccolgono dati e informazioni su chiunque, con ciò che ne consegue quanto a gestione della privacy. Nella pagina della descrizione di PredPol è scritto a chiare lettere che non si tratta di uno strumento per creare profili individuali, ma è una pagina un po' troppo ambigua per essere soddisfacente.

Visto che il pregio maggiore di questo sistema è che riduce i costi, non è da escludere che si diffonderà piuttosto in fretta. Fermo restando che in Europa ci sono osservatori più attenti per quanto riguarda la privacy, sareste soddisfatti se tecnologie simili fossero adottate anche in Italia?