Possiamo andare su Marte, non è troppo radioattivo

L'analisi dei dati raccolti da Curiosity dall'inizio del suo viaggio sembrano dimostrare che una missione su Marte non sarebbe troppo dannosa per la salute.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Curiosity sforna dati importanti su Marte in continuazione. Nelle ultime ore sono stati pubblicati diversi studi relativi alla presenza di acqua e alle radiazioni. Da un lato c'è la conferma della presenza di un lago di acqua dolce, dall'altra sembra decadere l'allarme sulle radiazioni troppo elevate per gli astronauti.

Fino alla settimana scorsa gli scienziati reputavano che un viaggio su Marte avrebbe esposto gli astronauti a una dose dannosa di radiazioni. Stando alle misurazioni del Radiation Assessment Detector (RAD) in dotazione sul rover, un viaggio di 180 giorni verso il Pianeta Rosso, un soggiorno di 500 giorni e il conseguente volo di rientro sulla Terra di altri 180 giorni esporrebbe gli astronauti ad una dose di radiazioni cumulativa di circa 1,01 Sievert.

Curiosity è instancabile

I dati sono estrapolati dalle informazioni raccolte con il RAD nel corso di otto mesi di viaggio verso Marte e 300 giorni di permanenza sul Pianeta, e coprono due diversi tipi di radiazione: GCR (Galactic Cosmic Rays), che vengono accelerati a velocità incredibili dalle remote esplosioni di supernova, e le SEP (Solar Energetic Particles), che provengono dalle tempeste solari.

Stando alle informazioni attualmente analizzate, gli astronauti in esplorazione sulla superficie di Marte accumulerebbero circa 0,64 millisievert di radiazioni al giorno. La dose durante il viaggio verso Marte sarebbe invece di quasi tre volte superiore: 1,84 millisievert al giorno.

###old2304###old

Quel che è certo è che l'Agenzia spaziale europea in genere limita la quantità complessiva di radiazioni a cui un astronauta può essere sottoposto in tutta la sua a carriera a 1 sievert, che si stima comporti un aumento del 5 percento del rischio di contrarre un cancro. Sempre che il dato sia confermato "sarebbe certamente un numero gestibile" ha spiegato il ricercatore Don Hassler del Southwest Research Institute di Boulder (Colorado), che si occupa del RAD e che ha firmato uno studio pubblicato ieri su Science.

Questo non significa tuttavia che verrà predisposta una missione nel breve periodo. Lo standard attuale della NASA tollera un rischio massimo di contrarre il cancro del 3 percento. Le attuali linee guida tuttavia sono riferite alle missioni a bassa orbita terrestre spiega Hassler, come per esempio la permanenza sulla ISS. "La NASA sta lavorando con l'Istituto delle Accademie Nazionali di Medicina per valutare i limiti adeguati per una missione nello spazio profondo, come un viaggio su Marte".

Un antico lago di acqua dolce

Il problema è che le radiazioni su Marte sono dinamiche, quindi le misurazioni di Curiosity non sono da leggersi in modo definitivo. In ogni caso, secondo Hassler, dovrebbero aiutare la NASA a pianificare una missione umana su Marte, che secondo lo scienziato l'agenzia spaziale potrebbe fare verso la metà del 2030. Chissà se alla luce delle nuove informazioni i candidati di Mars One riconfermerebbero il loro interesse.

Quel che è certo è che chiunque andasse oggi su Marte non troverebbe acqua dolce in superficie, anche se adesso abbiamo le prove che in passato ce n'era un abbondanza. Per la precisione, 3,5 milioni di anni fa su Marte c'era un lago di acqua dolce che ospitava forme di vita: è una delle scoperte più attese del rover Curiosity, fatta all'interno del Cratere di Gale, in una depressione nota come una depressione nota come Yellowknife Bay. Non pensate alle trote o ai pesci gatto, ma a minuscoli organismi che per decine di milioni di anni hanno nuotato in un ambiente che secondo gli scienziati non era né salato, né acido, e che conteneva sostanze nutritive. Insomma un posto perfetto per supportare la vita di microbi simili a quelli che ci sono sulla Terra.

###old2305###old

John Grotzinger del California Institute of Technology ha spiegato al Wall Street Journal che dai dati analizzati sembra che l'antico lago fosse "maledettamente ordinario, simile a quelli sulla Terra chimicamente parlando". Cosa ne sia stato di questi microbi è difficile a dirsi: una volta che il lago si è prosciugato potrebbero essere migrati in profondità, dove potrebbero avere trovato condizioni abitabili per altri milioni di anni. Per ora non possiamo avere conferma di queste ipotesi perché Curiosity non dispone degli strumenti per la ricerca di eventuali microbi fossilizzati.

Tutti i dati sono stati pubblicati sulla rivista Science e presentati al convegno dell'American Geophysical Union a San Francisco. David Paige, scienziato planetario presso l'Università della California, conferma che i risultati delle nuove ricerche "rafforzano sicuramente l'idea che la vita su Marte era possibile". La questione adesso è "se la vita esiste ancora oggi".

Le prove geologiche dell'esistenza di acqua in passato c'erano già. Adesso però è stata analizzata una roccia sedimentaria raccolta da Curiosity vicino al Monte Sharp, in una depressione di cinque metri di profondità soprannominata Yellowknife Bay.

Gli scienziati che consideravano l'ambiente marziano troppo caustico per la vita perché reputavano che l'acqua presente sul Pianeta Rosso fosse acida hanno perso la scommessa. Curiosity ha trovato tracce di pH relativamente neutro, il che lascia intendere che l'antico lago - prima della trasformazione del Pianeta Rosso - fosse teoricamente potabile, e ospitasse alcune sostanze fondamentali per la vita, come carbonio, idrogeno, ossigeno, zolfo, azoto e fosforo.