Poste Mobile sostituirà tutte le SIM per il grande salto

Poste Mobile è uscita allo scoperto: lascerà Vodafone per Wind. Prima dell'estate sarà avviata la procedura di sostituzione SIM per tutti i clienti.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Poste Mobile ha confermato la nuova collaborazione con Wind e l'abbandono di Vodafone. Quello che oggi è un Enhanced Service Provider (ESP MVNO), cioè possiede solo le infrastrutture per la fornitura dei servizi a valore aggiunto (VAS) e per la commercializzazione dei prodotti, fra qualche mese potrebbe diventare full MVNO. In pratica oltre a detenere la rete di commutazione sarebbe in grado di emettere e convalidare le SIM.

Poste Mobile

A prescindere dalla scelta strategica (ESP o Full) i clienti saranno costretti a cambiare SIM. "Contatteremo i nostri attuali clienti per fare il cambio di SIM. I nuovi clienti saranno invece direttamente su rete Wind", ha spiegato Poste Italiane a La Repubblica. La modalità sarà certamente graduale, anche perché in Italia non si è mai assistito a un "esodo" di tali dimensioni. I circa 3 milioni di utenti Poste Mobile, che rappresentano il 50% del mercato mobile virtuale, saranno contattati probabilmente a giugno.

Fra i più famosi full MVNO italiani c'è Noverca di Acotel Group, che vanta circa 130mila clienti e si appoggia alla rete TIM. Era nato grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, ma dal maggio scorso il noto istituto di credito si è sfilato dall'azionariato.  

Il vantaggio più grande di questo tipo di configurazione (full) è che consente l'attivazione di servizi come ad esempio l'm-banking e l'm-commerce, nonché l'applicazione di tariffe più concorrenziali. Ad oggi gli operatori mobili virtuali infatti non riescono a essere sufficientemente competitivi se non nella fascia bassissima di mercato: chi telefona raramente. Non a caso oggi assistiamo alla vicenda Bip Mobile, un operatore mobile virtuale che non ha retto la concorrenza tariffaria dei colossi come TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia.

Vodafone comunque dall'intera operazione ne esce decisamente danneggiata, anche se fonti interne confermano che il divorzio si è concretizzato sopratutto per questioni commerciali più che tecniche. Insomma, Wind deve aver fatto un'offerta a cui non si poteva dire no...