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a cura di Elena Re Garbagnati

Sulla luna di Saturno Encelado ci sono i requisiti per l'esistenza di vita. Non significa che ci siano sicuramente forme di vita, ma che questa opzione sulla carta è possibile. A trarre queste conclusioni sono stati gli scienziati del Southwest Research Institute, alla luce di nuove analisi effettuate sui dati raccolti dalla sonda Cassini della NASA.

Non è la prima volta che uno studio giunge a questa conclusione, già nel 2017 la NASA annunciò che su Encelado potrebbero esistere condizioni favorevoli per lo sviluppo della vita. In entrambi i casi il merito va prima di tutto a Cassini, la sonda spaziale che per 12 anni ha esplorato il sistema di Saturno raccogliendo dati di grande rilevanza scientifica. Ricordiamo infatti che prima di Cassini Saturno veniva osservato quasi esclusivamente da Terra, con l'eccezione delle immagini e dei dati raccolti dalle sonde Pioneer 11  e Voyager 1 e Voyager 2,  che effettuarono dei flyby del pianeta. In 12 anni la sonda ha percorso circa 2.2 miliardi di miglia dal suo arrivo e ha raccolto circa 600 GB di dati, scoperto 10 lune, inviato circa 380.000 immagini.

Cassini Saturn Orbit Insertion

Cassini - Crediti: NASA/JPL

Fra le scoperte più rilevanti figurano proprio i getti di materiale ghiacciato alla velocità di circa 400 m/s e che si estendono per centinaia di miglia nello Spazio. Materiale che fuoriesce da strutture situate in corrispondenza del polo Sud di Encelado note come "Tiger stripes". Cassini ha campionato il materiale di cui è composto il pennacchio mediante l'analizzatore di polveri cosmiche (CDA, Cosmic Dust Analyzer) e lo spettrometro di massa Ion and Neutral Mass Spectrometer (INMS), che hanno effettuato misurazioni sia all'interno del pennacchio sia nell'anello E (E-ring) di Saturno, composto da particelle di ghiaccio che fuoriescono dal pennacchio e che sfuggono alla gravità di Encelado.

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Come spesso accade, anche se la missione è conclusa gli scienziati continuano per anni ad analizzare e i dati, ed è proprio dall'analisi più recente dei dati della spettrometria di massa, pubblicata il 27 giugno 2018, che risulta la presenza di "grandi molecole organiche ricche di carbonio". Secondo gli scienziati potrebbero essere collegate alle reazioni chimiche che avvengono tra il fondo roccioso dell'oceano sommerso, contenete minerali e materiali organici, e l'acqua calda dell'oceano stesso.

Uno degli autori dello studio, Christopher Glein, ha spiegato che "i gruppi di lavoro di INMS e CDA hanno collaborato per comprendere la chimica organica dell'oceano sommerso di Encelado meglio di quanto sarebbe possibile lavorando con un solo set di dati".

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Encelado

L'ipotesi è che i processi idrotermali attivi possano sintetizzare composti organici dai precursori inorganici, oppure che possano essere frutto della trasformazione di sostanze preesistenti mediante riscaldamento, oppure ancora che i processi idrotermali generino condizioni geochimiche nell'oceano di Encelado che consentirebbero a possibili forme di vita aliena di sintetizzare molecole biologiche.

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È chiaro che si tratta di ipotesi, e dato che due indizi non fanno una prova, non possiamo concludere che questo studio, unito a quello precedente, basti per affermare che su Encelado ci siano forme di vita. Però basta per sospettare che questa possibilità esista, e quindi suffragare l'idea di inviare missioni ad hoc per prelevare campioni e portarli sulla Terra da analizzare.

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I pennacchi di vapore di Encelado. Crediti: NASA

Glein ha spiegato che gli scienziati sono "ancora una volta spiazzati da Encelado: in precedenza avevamo identificato solo le molecole organiche più semplici, contenenti alcuni atomi di carbonio, è già questo era molto intrigante [...] Ora abbiamo trovato molecole organiche con masse superiori a 200 unità di massa atomica: dieci volte più pesanti del metano. Con molecole organiche complesse che fuoriescono dall'oceano di acqua liquida, questa luna è l'unico corpo oltre alla Terra noto per soddisfare simultaneamente tutti i requisiti di base per l'esistenza della vita come la conosciamo".

A questo punto non resta che sperare che venga presto progettato e spedito nello Spazio un veicolo spaziale dotato di uno spettrometro di massa ad alta risoluzione, che volando attraverso il pennacchio di Encelado sia in grado di analizzare le complesse molecole organiche che sono state rilevate e restituisca dati sufficienti per determinare come si sono formate".

Non manca il dovuto appello alla cautela: la Scienza procede per accumulazione; siamo davanti a dati interessanti che riscontrano ipotesi già fatte in precedenza, ma la proverbiale pistola fumante, la prova inoppugnabile, manca ancora.


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