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a cura di Mauro Piatti

Rumore in JPEG agli alti ISO. Tutte le impostazioni di default (entità della riduzione NR a 0), bilanciamento del bianco su tungsteno, iDinamico su AUTO.

Ecco i risultati:

Comportamento eccellente e praticamente indistinguibile fra 800 e 1.600 ISO. Il livello del dettaglio resta il medesimo e soltanto un occhio esperto può cogliere quel filo in più di rumore che si manifesta a 1600 ISO.

Rumore ancora molto contenuto sino a ISO 3200, mentre a 6400 scatta come una soglia e lo stesso comincia a diventare visibile, con oltretutto una leggera penalizzazione del dettaglio.

Da ISO 12800 in poi le prestazioni peggiorano gradualmente e a 25600 l’immagine si sfalda e molti particolari vengono “piallati”, benché la tinta non vari. Possiamo dire che, ragionevolmente, il limite da non superare sia ISO 5000. Tenuto conto dell’estrema efficacia dello stabilizzatore doppio, e quindi della possibilità di scattare a mano libera con tempi piuttosto bassi, le condizioni di scarsa illuminazione non devono preoccupare.

La macchina permette anche di creare dei Picture Style andando a modificare le impostazioni di default con la possibilità di scegliere, fra gli altri, il grado di riduzione del rumore a step fra -5 e + 5.

I test seguenti riportano le differenze ottenibili cambiando l’entità della riduzione del rumore. Le prove sono state effettuate a ISO 12800:

Come si vede, le differenze sono notevoli. La possibilità di poter scegliere la riduzione su tutti questi livelli rappresenta un plus notevole per il fotografo, che può decidere di creare un Picture Style custom specifico per le condizioni d'illuminazione più sfavorevoli. Così, potrà privilegiare il contenimento del rumore a discapito del dettaglio e viceversa.

L’autofocus a contrasto è uno dei punti di forza della GX9, come di tutti i modelli della Casa che utilizzano la tecnologia Panasonic Depth From Defocus (DFD), che grazie all’utilizzo di un nuovo algoritmo di messa a fuoco permette una rapidità notevolmente superiore rispetto ai modelli delle generazioni precedenti. DFD utilizza le informazioni ricevute dall'obiettivo per calcolare la distanza del soggetto utilizzando le aree fuori fuoco delle due immagini (una vicino e una lontano). Questi dati sono poi combinati con la MAF a contrasto per terminare il processo in soli 0,07 sec. in AF singolo.

I modi AF di cui dispone la macchina sono:

  • Face/eye Detection
  • Tracking: per soggetti in movimento prevedibile o totalmente casuale
  • 49-Area AF: l’area di messa a fuoco conta 49 punti. Il modo Custom Multi AF permette di comporre l’immagine con maggiore flessibilità selezionando il pattern voluto (orizzontale, verticale, definito dall’utente).
  • Personalizzazione multipla: si può personalizzare la forma della zona di MAF (orizzontale, verticale, romboidale, rettangolare)
  • 1-Area AF: le dimensioni del punto AF possono essere regolate a piacimento, sia con MAF manuale che automatica; il punto si può quindi spostare su tutto il frame.
  • Pinpoint AF (messa a fuoco precisa): aiuta ad effettuare la messa a fuoco su soggetti di piccole dimensioni ingrandendo automaticamente l’area centrale del fotogramma con la funzione frame-in-frame.
  • Touch Pad AF: permette di utilizzare simultaneamente il mirino per inquadrare e il monitor touch per spostare dove si vuole il punto di MAF.

Nel modo one shot l’autofocus è rapidissimo, praticamente istantaneo, e molto affidabile, indipendentemente dal fatto che il punto di MAF sia singolo o multiplo. Certo dipende dall’obiettivo, ma con quello fornito in kit (il Panasonic 12-60) e con in Leica 25, mette a fuoco in circa 0,07 sec. senza sostanzialmente visibili effetti di focus hunting, a parte in condizioni di luce precaria dove comunque il fenomeno è limitato. In condizioni di illuminazione estremamente bassa, l’avanzata modalità AF Low Light permette di impostare la messa a fuoco del soggetto con maggiore precisione, persino senza la luce di assistenza, e fino a -4EV.

Abbiamo voluto mettere alla prova l’efficacia dell’autofocus in modalità tracking riprendendo un soggetto in corsa verso la fotocamera e attivando lo scatto continuo ad alta velocità (circa 9 fps). La percentuale di scatti perfettamente a fuoco è superiore al 90%! A differenza del sistema di tracciamento tradizionale, basato esclusivamente sul colore, il nuovo sistema di tracking prende in considerazione anche le dimensioni ed il vettore di spostamento del soggetto, agganciandolo e offrendo immagini a fuoco ad ogni pressione del pulsante di scatto.

Il sistema esposimetrico, in condizioni di forte contrasto (soggetto scuro su fondo molto chiaro, ad esempio) tende ad una leggera sottoesposizione, da compensare con l’apposita ghiera superiore.

Numerose e ben studiate le funzioni per la correzione della dinamica, fra le quali segnaliamo le già conosciute iDinamico e Intensifica Ombra. La prima compensa contrasto ed esposizione quando la differenza di luminosità tra il soggetto principale e lo sfondo è elevata, cioè normalmente nelle situazioni ad elevato contrasto. Ecco un esempio di come agisce:

Anche la funzione Intensifica Ombra può essere impostata su vari livelli e calibrata in base alla situazione:

Resta poi sempre l’HDR, con possibilità d’impostare la gamma dinamica (fino a 3 EV) e l’auto-allineamento delle immagini riprese:

Con tutte queste possibilità di regolazione, è molto difficile saturare la dinamica del sensore. Nelle nostre prove, abbiamo lasciato quasi sempre iDynamic su AUTO e la correzione ombre su standard, ottenendo risultati all’altezza delle aspettative, senza sorprese.