Prima Internet dell'auto, ma con cautela!

Una ricerca mette in luce come gli utenti vedono la rete, come la usano, e quanto sono consapevoli dei rischi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Secondo un ricerca prodotta da Norton, gli italiani, se gli si chiede di cosa non potrebbero fare a meno, mettono Internet prima di tutto (55%), persino del cellulare (54%) e dell'automobile (47%).

La ricerca è stata eseguita in dodici diversi paesi, con lo scopo di misurare le abitudini e i gusti degli utenti, verificando se e come nascono relazioni online, cercando di chiarire la percezione di sicurezza per i minori, e capendo se e come gli utenti si proteggono. È stata diretta solo agli utenti online, quindi una bella fetta di cittadini non è stata interpellata.

I risultati generali ci dicono che i due terzi utenti credono che la rete possa servire, e molto, a creare e mantenere relazioni personali. Il 58% degli utenti ha stretto amicizie online, per un numero medio di 41 contatti. In Italia queste cifre sono il 53%, con una media di 35 amici.

Praticamente tutti i genitori si sentono responsabili per la sicurezza online dei figli.

Alcuni sostengono anche che la rete ha migliorato le loro relazioni familiari, forse perché permette di comunicare senza vedersi. Indiani e Cinesi preferiscono usare la rete per discutere con i proprio familiari di "argomenti delicati".

Il 32% dei minori usa una o più tecnologie per comunicare, ma in Italia sono solo il 22%.  I nostri ragazzi riescono a passare online una media di 40 ore al mese (media 39), ma i genitori pensano che siano 27 (media 21). Ciò nonostante, la maggior parte dei genitori crede che i propri figli passino troppo tempo online, a "perder tempo".

Il 90% dei genitori si sente responsabile della sicurezza online dei propri figli (96 in Italia), ma molti chiedono aiuto, e vorrebbero che anche qualcun altro condividesse questo fardello. Gli italiani sono quelli meno disposti a delegare questo argomento ai ragazzi stessi, con il 6%. La metà dei genitori italiani ammette di aver letto le mail dei figli, o di averli spiati in altro modo.

La nuova parola d'ordine: socialduepuntozerocondividiecomunica

C'è poco entusiasmo (60%), in Italia, verso l'idea di Internet come uno strumento per facilitare l'apprendimento e l'istruzione. Curioso, visto che il 73% di noi afferma di essere il primo del suo gruppo a provare una nuova tecnologia.

Quanto ai dati personali, si tende a pensare che siano al sicuro, infatti solo il 37% degli italiani pensa che non sia così. Non sorprende, visto che moltissimi utenti non hanno nemmeno un software dedicato alla sicurezza (32% degli italiani), e per di più usa password non sicure. Naturale, poi, che il 27% per cento degli intervistati sostenga che il proprio computer sia stato violato da qualcuno.

Chissà, forse era un messaggio dell'UAC di Windows, oppure un pop-up pubblicitario che gli dava del "tu". Chi è questo? Che vuole? Com'è entrato nel mio pc?.