Progetto broadband, la Lega si mette di traverso

La Lega ha il timore che il progetto broadband del Governo possa avvantaggiare troppo Telecom Italia

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a cura di Dario D'Elia

Il progetto broadband del Governo potrebbe agevolare troppo Telecom Italia. Questa la preoccupazione della Lega, che ieri è intervenuta "a gamba tesa" sull'esposizione di Paolo Romani durante l'audizione alla Camera.

L'idea di investire 1,471 miliardi di euro nel broadband italiano è certamente lodevole, ma i dettagli del piano di sviluppo non convincono. "Con un investimento di quasi 1,5 miliardi di euro, anche con l'apporto dei privati, tutti gli italiani potranno connettersi a Internet con almeno 2 megabit al secondo entro il 2012", aveva dichiarato ieri Romani. "C'è un concreto rischio osteoporosi per l'attuale rete in rame che si sta deteriorando ma questo è un tema di politica industriale".

"Il governo sembra proporre l'adeguamento della vecchia rete in rame di Telecom. Come Lega Nord ci saremmo aspettati un progetto di più ampio respiro. Così corriamo il rischio di agevolare Telecom e compromettere poi la concorrenza in un mercato che vorremmo più libero", ha dichiarato il deputato Jonny Crosio a La Repubblica. Dello stesso avviso Michele Meta del Partito Democratico che considera il piano Romani "inconsistente".

Rispetto a pochi mesi fa il Governo sembra essere decisamente più conciliante con Telecom Italia, a patto che "l'azienda rimanga italiana". Non a caso anche il ventilato scorporo dell'azienda non è considerato più un'ipotesi di lavoro ma solo "di riflessione".

In dettaglio la cifra totale di 1,471 miliardi sarà raggiunta mettendo insieme 800 milioni provenienti dai fondi Fas e dai fondi europei; i restanti 210 milioni saranno investiti da privati che "hanno mostrato forte interesse".

Secondo Francesco Caio, il super-consulente IT, il ritorno di capitale dovrebbe essere dell’11-16% in dieci anni.

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