Proposta di legge per la censura online preventiva

I senatori Manfred Pinzger e Helga Thaler Ausserhofer del Südtiroler Volkspartei hanno presentato il DDL "Disposizioni in materia di commenti diffamatori su internet". L'obiettivo è di responsabilizzare gestori dei siti e fornitori dei servizi online sulla diffamazione online. Manca però ogni strumento di valutazione per legittimare o meno le richieste dei presunti soggetti lesi.

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a cura di Dario D'Elia

Un altro disegno di legge rischia di istituzionalizzare la cosiddetta censura preventiva online. I senatori Manfred Pinzger e Helga Thaler Ausserhofer del Südtiroler Volkspartei hanno presentato qualche giorno fa il DDL "Disposizioni in materia di commenti diffamatori su internet". Una vera e propria spada di Damocle per la libertà di informazione e l'anonimato online.

"Nella società dell'informazione assumono sempre maggiore rilevanza i commenti e le opinioni immessi in rete mediante siti internet, blog, social network e strumenti analoghi", si legge nel documento. "Alla luce di tale fenomeno, suscettibile di influenzare in modo determinante l'andamento dei mercati, si rende opportuno un intervento volto ad evitare che il diritto alla libera manifestazione del pensiero sancito dall'articolo 21 della Costituzione si possa tradurre, grazie all'ausilio offerto dalla tecnologia, nella licenza di offendere e vilipendere senza doverne rispondere". Probabilmente i due senatori bolzanini dimenticano che esiste il reato di diffamazione, ma questo è un dettaglio.

Manfred Pinzger

Nel DDL si parla di responsabilizzare al 100% il gestore di un sito o il fornitore dei servizi  nel caso in cui, entro sette giorni dalla richiesta di un soggetto leso, non abbia provveduto alla rimozione dei commenti dal contenuto illecito. "Se la comunicazione [...] è pubblicata in forma anonima, è responsabile il gestore del sito internet o del servizio di comunicazione per via elettronica, salvo che egli non comunichi al soggetto leso, entro sette giorni dalla richiesta, le generalità dell'autore della stessa", continua il documento.

In pratica, come spiega con precisione l'avvocato IT Guido Scorza, si chiede a tutti i siti Web di rispondere "dell'eventuale illiceità di ogni contenuto pubblicato" - si pensi ad esempio a commenti, recensioni, video, etc. - e quindi caricarsi di ogni co-responsabilità (responsabilità totale se l'utente è anonimo!) nel caso non si decida di ottemperare alle richieste.

Helga Thaler Ausserhofer

A questo punto è evidente che domani potrebbe bastare una qualsiasi segnalazione di (presunta) violazione per attivare una sorta di procedura automatica: gestori e fornitori di servizi preferiranno rispettare le richieste di censura che impelagarsi in querelle legali. E questo porterebbe alla scomparsa di un passaggio necessario: la valutazione sulla legittimità della richiesta.

"Tutti saremmo esposti al rischio di vedere la manifestazione della nostra libertà di parola, travolta, da una semplice segnalazione di chiunque – per ragioni personali, commerciali o politiche – la ritenesse scomoda o sconveniente", sottolinea Scorza. "La Rete rischierebbe di ritrovarsi trasformata, in breve, in un enorme televisione nelle mani dei soliti grandi editori di sempre".

Sempre nella giornata di ieri l'onorevole Gianni Fava ha presentato, per l'ennesima volta, il disegno di legge anti-pirateria e contraffazione che ha fatto tanto discutere nell'ultimo anno. Anche in questo caso si parla di responsabilizzare i provider e favorire l'utilizzo di filtri online.